La Striscia è nel caos

A Gaza i giornalisti fanno testamento: la ricerca del futuro tra sfollamenti e bombe

Tutti i cronisti della Striscia sanno che potrebbero essere uccisi in qualsiasi momento. E intanto ci sono più di un milione di persone che si stanno spostando o sono in procinto di muoversi, ma nessuno è in grado di capire quali siano le aree sicure indicate da Israele

«Ghaith, cuore e anima di tua madre, ti chiedo di non piangere per me, ma di pregare per me, così che io possa restare serena». Nonostante siano passati già alcuni giorni, a Gaza si continua a parlare della morte di Mariam Abu Dagga e degli altri quattro giornalisti, uccisi mentre documentavano i raid sull’ospedale Nasser di Khan Yunis. La sua lettera d’addio al figlio era pronta già da tempo, perché tutti i cronisti della Striscia sanno che potrebbero essere uccisi in qualsiasi momento. «Siamo

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