È di almeno sei morti il bilancio di un attacco israeliano in un campo profughi in Cisgiordania, secondo quanto riportato dai media locali, citando fonti sanitarie palestinesi. Nel frattempo l’esercito israeliano ha esteso la sua offensiva di terra nella Striscia di Gaza, concentrandosi sui campi profughi nella parte centrale.

Secondo la Mezzaluna Rossa palestinese, un attacco di droni israeliani ha colpito un gruppo di palestinesi nel campo profughi di Nur Shams, vicino alla città di Tulkarem. Le autorità israeliane non hanno finora commentato.

Testimoni hanno riferito di bombardamenti e attacchi aerei nei campi di Nuseirat, Maghazi e Bureij. Sono tutti campi e conglomerati urbani che ospitano le famiglie che sono fuggite dalle loro case durante la guerra del 1948. Ma non solo: queste zone si sono popolate, da fine ottobre, di palestinesi che sono fuggiti dal nord di Gaza nelle prime ore dell’invasione israeliana.

Secondo l’esercito israeliano tre fra i loro soldati sono stati uccisi nei combattimenti nel nord di Gaza.

L’Idf ha confermato anche l’operazione «in profondità» a Khan Yunis, nel sud di Gaza. L’esercito ha ucciso molti operatori e ha distrutto alcune infrastrutture di Hamas. L’organizzazione terroristica ha dichiarato la morte di 20 persone facendo salire il bilancio delle vittime ad oltre 21mila persone dall’inizio del conflitto nella Striscia. 

Lo scontro continua anche sul confine con il Libano. Hezbollah ha rivendicato di aver lanciato almeno 18 razzi su Rosh Hanikra con l’obiettivo di distruggere una base navale israeliana nell’area. Il sistema di difesa di Israele, Iron Dome, ne ha intercettati almeno sei. 

Il capo dell’Idf, Herzi Halevi, ha visitato un commando nel nord e ha sottolineato che l’esercito è «ad un alto livello di preparazione». 

Ruolo dell’Iran

I guardiani della Rivoluzione iraniani hanno affermato che l’attacco di Hamas in Israele è stata la risposta per l’uccisione del capo della forza Quds, Qassem Soleimani, in un raid americano del 2020 a Baghdad. Dopo le affermazioni, i pasdaran hanno avvertito Israele di una possibile ritorsione diretta o per mani degli alleati nella regione a seguito dell’uccisione del generale iraniano, Razi Moussavi, in Siria dei giorni scorsi. «La nostra risposta all'assassinio di Mousavi sara' una combinazione di azione diretta e di altri, guidati dall'Asse della Resistenza», ha detto il portavoce dei Guardiani della Rivoluzione islamica. Per ora, il corpo del generale è stato traferito in Iraq dove celebreranno i funerali. 

Hamas ha smentito le parole dell’Iran affermando che l’attacco ad Israele è il frutto dell’occupazione. «Ogni risposta della resistenza palestinese è una reazione all'occupazione e all'aggressione al popolo palestinese e ai luoghi santi», ha detto il portavoce. 

Successivamente, i guardiani della Rivoluzione hanno dichiarato che le loro parole sono state fraintese. «Ho semplicemente menzionato che uno degli esiti era una forma di ritorsione per l’assassinio», ha detto il portavoce. 

Le trattative

SI è svolto oggi l’incontro tra il re di Giordania, Abdullah II, e il presidente egiziano, Abdel Fatah al Sisi, al Cairo. Entrambi i leader hanno riconfermato il loro ruolo in prima linea nella ricerca di un negoziato. Egitto e Giordani hanno continuato ad invitare la comunità internazionale a spingere per un cessate il fuoco. 

Il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, ha paragonato il primo ministro israeliano, Benjiamin Netanyahu, ad Adolf Hitler. «Quello che fa Netanyahu non ha nulla da invidiare a ciò che ha fatto Hitler», ha detto Erdogan. Il premier israeliano ha risposto alle accuse del presidente turco. «Proprio Erdogan, che commette un genocidio fra i curdi e che si è aggiudicato il record mondiale di arresti di giornalisti contrari al regime, è l'ultimo che ci può fare prediche», ha risposto Netanyahu. Anche il ministro del gabinetto di guerra, Benny Gantz, ha risposto alle parole di Erdogan. «Sono palesi distorsioni della realtà e una profanazione della memoria dell’Olocausto», ha detto su X. Il presidente israeliano, Isaac Herzog, ha criticato i commenti di Erdogan per essere offensivi nei confronti «di ogni ebreo nel mondo e per la memoria dei milioni di ebrei che morirono per mano dei nazisti». 

Secondo Haaretz, nei prossimi giorni una delegazione di funzionari dell'Autorità palestinese andrà al Cairo per discutere con l'Egitto il suo ruolo nel futuro della Striscia di Gaza. Il giornale cita un alto funzionario dell’Autorità palestinese che sostiene che un canale sia aperto con il Cairo, per porre fine alla guerra.

Anche il segretario di Stato americano, Anthony Blinken, è atteso in Medio Oriente per la prossima settimana. Sarà il quinto viaggio del segretario dall’inizio del conflitto a ottobre. 

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