Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha attaccato duramente il premier israeliano Benjamin Netanyahu. La Turchia ha presentato un dossier alla Corte penale internazionale dell’Aja in cui accusa Netanyahu di crimini di guerra e di genocidio.

Sarà «processato come criminale di guerra» dicono da Ankara, paragonando Bibi al serbo Slobodan Milosevic, autore di crimini contro l’umanità durante la guerra nei Balcani. «Gaza è Palestina, è terra dei palestinesi e tale rimarrà per sempre. Lo dico per coloro che hanno in testa piani differenti», ha detto Erdogan. «La strada verso la pace nella nostra regione passa attraverso la creazione dello Stato di Palestina. Siamo pronti ad assumerci ogni tipo di responsabilità, incluso il ruolo di garante, per assicurare la pace». 

Il premier israeliano è stato criticato anche dalle famiglie degli ostaggi. I familiari dei detenuti a Gaza hanno espresso la loro volontà nell’incontrare tutti i membri del gabinetto di guerra. La richiesta è la ripresa dei negoziati e le rassicurazioni riguardo la liberazione degli ostaggi, ma hanno dichiarato di esser stati ignorati. La madre di uno degli ostaggi ha detto: «Tutto ciò che chiediamo è che il governo si incontri con noi oggi, ce lo meritiamo, ignorarci è umiliante».  Netanyahu ha negato le accuse confermando l’incontro fissato per mercoledì. 

L’operazione via terra a sud

L’operazione militare israeliana via terra è giunta anche al Sud di Gaza. I carri armati sono arrivati a Khan Younis, considerata la roccaforte di Hamas. Il numero delle vittime aumenta, ma dopo la rottura della tregua il premier israeliano Benjamin Netanyahu non ha intenzione di tornare indietro e vuole affondare il colpo finale.

Nella notte i bombardamenti intorno a Gaza City, nel nord della Striscia, hanno ucciso Haitham Khuwajari, il comandante del battaglione Shati di Hamas considerato uno dei leader di Hamas dietro l’attacco del 7 ottobre. Anche qui continuano le operazioni. «Non li abbiamo ancora sconfitti del tutto militarmente a nord, ma abbiamo fatto grandi progressi», ha detto alla Cnn il portavoce dell’esercito Jonathan Conricus. Progressi a un caro costo anche per Israele. Le forze armate hanno annunciato che dal 7 ottobre scorso sono stati uccisi 401 soldati nei combattimenti. Di questi, tre sono morti la scorsa notte a Gaza.

Anche l’Autorità nazionale palestinese ha rilasciato il suo bollettino. «Il bilancio delle vittime in Cisgiordania a causa del fuoco dell'esercito israeliano è di 464 dall'inizio dell'anno, di cui 256 dal 7 ottobre». Per il ministero della Salute controllato da Hamas sono oltre 15mila le vittime a Gaza invece.

Durante la giornata di oggi, una raffica di razzi è stata lanciata verso il centro di Israele e le comunità di confine di Gaza. L’esercito israeliano ha anche affermato il lancio di diversi razzi dal Libano ma al momento non ci sono notizie di possibili feriti. In risposta all'attacco, le forze di difesa israeliane hanno confermato di aver effettuato un attacco contro il centro di comando di Hezbollah. 

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