I timori per il futuro

Una tregua fragile ostaggio degli opposti estremismi

Nella totale sfiducia reciproca, qualunque pretesto manderebbe in frantumi le buone intenzioni. Fosse Hamas ad attaccare, Netanyahu potrebbe bypassare il volere di Trump, l'uomo a cui non può dire di no, che darebbe carta bianca a Tel Aviv per scatenare di nuovo l'inferno. Fossero i coloni o qualunque altra frangia dell'estremismo ebraico, i palestinesi si sentirebbero legittimati a colpire a loro volta, nel perenne susseguirsi di azione e reazione purtroppo ben noto nell'area

Due immagini definiscono il giorno delle prime liberazioni, dei tre ostaggi ebrei e dei novanta detenuti palestinesi. La prima, del mattino, le bombe israeliane che cadono su Gaza quando già dovrebbe essere tregua e provocano una ventina di morti: se tutte le vittime innocenti della guerra sono da rimpiangere queste dei tempi supplementari sono le più inutili. La seconda, del pomeriggio. Romi Gonen, Emily Damari e Doron Steinbrecher, le tre ragazze che rivedono le stelle dopo il buio dei tunnel,

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