Mentre continuano i combattimenti nella Striscia di Gaza e l’esercito di Tel Aviv ha raggiunto la città meridionale di Khan Younis, Hamas ha lanciato un avvertimento a Tel Aviv per quanto riguarda la vita degli ostaggi israeliani ancora in mano al movimento palestinese. Le persone ancora prigioniere a Gaza sarebbero 137 e Hamas ha promesso di non farle tornare in Israele vive «senza un negoziato e uno scambio che risponda alle richieste della resistenza» palestinese. A niente sta servendo l’intermediazione del Qatar, che non rileva allo stato attuale una volontà da parte del movimento di trattare. I morti a Gaza secondo l’ultimo conteggio del ministero della Sanità hanno raggiunto quota 17.997.

Il premier israeliano Benjamin Netanyahu intanto si è rivolto ai combattenti di Hamas: «È l’inizio della fine di Hamas. Ai terroristi io dico che è finita, non morite per Sinwar, arrendetevi adesso. Negli ultimi giorni decine di terroristi si sono arresi di fronte alle nostre forze, gettano le armi e si consegnano ai nostri eroici combattenti».

Il voto dell’assemblea generale

A New York invece è stato deciso che l'assemblea generale delle Nazioni Unite voterà probabilmente martedì una bozza di risoluzione che chiede un immediato cessate il fuoco umanitario nel conflitto tra Israele e Hamas nella Striscia di Gaza.

La mossa arriva dopo che venerdì gli Stati Uniti hanno posto il veto alla richiesta del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite di un immediato cessate il fuoco umanitario a Gaza. A ottobre l'Assemblea Generale aveva adottato una risoluzione – 121 voti a favore, 14 contrari e 44 astensioni - che chiedeva «una tregua umanitaria immediata, duratura e sostenuta che porti alla cessazione delle ostilità».

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