il racconto dell’apocalisse umanitaria nella striscia

La vita a Gaza ai tempi della fame nera: «Mangiamo i nostri animali domestici»

Solo nelle ultime 48 ore la carestia ha ucciso 23 persone, e la situazione peggiora. Il blocco degli aiuti imposto da Israele vieta l’ingresso di qualsiasi forma di alimento. «Adesso iniziamo a vedere persone che crollano per strada a causa della fame estrema», raccontano i gazawi. C’è chi ha iniziato a bere acqua di mare. L’Unrwa: «Il sistema umanitario è al collasso»

Bassam Khalifa sta pensando di sacrificare il suo ultimo e più prezioso bene materiale: Ghiyath, l’asino che vive con loro da sette anni. I suoi figli Ahmed, Ali e Shima giocano con lui e trovano in quelle coccole una forma di decompressione e conforto. E poi, dovendosi spostare continuamente, l’asinello è funzionale, perché è ancora abbastanza forte da riuscire a trascinare il malconcio carretto. Ma Bassam preferirebbe portare lui in spalla in sacchi e borsoni piuttosto che veder morire di fame

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