Gaza, tensione per i corpi degli ostaggi. Israele: «Senza salme la tregua salta»

«Se Hamas non consegna tutti i corpi, il cessate il fuoco deve terminare immediatamente». Il Forum degli ostaggi e delle famiglie non usa mezzi termini e, in una nota ufficiale, ha fatto sapere che è «qualsiasi passo che allevi la pressione su Hamas o permetta che la tregua prosegua anche se i corpi gli ostaggi morti non vengono restituiti costituisce un grave fallimento morale e di leadership». Idem il ministro degli Esteri israeliano Gideon Sa’ar: «Hamas deve rilasciare gli ultimi 19 ostaggi morti. Devono farlo ora. Non entro settimane o mesi, ma immediatamente». E se questo non accadrà, «è una violazione fondamentale dell'accordo". Ancora raid in Cisgiordania, dove la pace non è mai stata così lontana Le parole di Bibi Il messaggio è stato ricevuto forte e chiaro soprattutto dal primo ministro. Durante una cerimonia in onore dei caduti durante la guerra, infatti, Benjamin Netanyahu ha detto di essere determinato a far rientrare tutti i cadaveri mancanti. «Completeremo la vittoria», ha detto Bibi, sia per rassicurare le famiglie sia per rinsaldare il suo ruolo. Intanto, però, le ore passano e la consegna delle restanti 19 salme israeliane ha subito una brusca interruzione. Secondo una fonte vicina all’intelligence israeliana, Hamas sta temporeggiando perché sarebbe già in grado di rilasciare un numero di ostaggi a due cifre, mentre secondo altri, il problema è reale: hanno consegnati già tutti i corpi che avevano e tutti gli altri sono ancora dispersi. Nonostante la task force messa in piedi da Hamas si stia concentrando sulla ricerca degli israeliani, dalle macerie stanno venendo fuori solo i resti dei gazawi. «Ne stanno recuperando tantissimi - racconta il giornalista Hassan Isdodi - soprattutto bambini e ragazzini. Cercano di capire di chi si tratta - aggiunge il cronista - anche da quello che hanno intorno». Ma senza analisi forensi accurate è complicato. Il portavoce Unrwa: «Israele non ci fa consegnare gli aiuti. La Ghf è stata un fallimento» Per di più, l’aria di ricerca da circoscritta che si credeva si sta rivelando molto, molto più ampia, tanto che una trentina di “cercatori” non bastano. «Le cose si stanno mettendo male», ci racconta una fonte da Gaza, che chiede l’anonimato ora che Hamas è tornato a controllare ogni cosa. «Probabilmente hanno sottovalutato il problema degli ostaggi morti e adesso rischia di saltare tutto solo perché non hanno valutato bene anche le conseguenze dei bombardamenti». In queste ore, a Gaza si dice che Hamas avesse un piano per trasferire i corpi dal nord al sud della Striscia, ma sarebbe fallito a causa della mancanza di uomini disponibili, di mezzi e anche di tempo, dato che i raid erano incessanti. Adesso, però, serve una soluzione, per evitare che davvero la seconda fase del piano di pace possa saltare. E allora, ci pensano i mediatori. Sarà la Turchia a fornire un aiuto concreto. Nelle prossime ore, infatti, per aiutare Hamas, da Ankara dovrebbe arrivare una equipe di 80 uomini specializzati nel recupero di corpi in situazioni di crisi come terremoti o attentati. Se ancora non arriveranno risultati, nei prossimi giorni arriveranno a Gaza anche uomini da Egitto e Qatar per formare una task force internazionale guidata della Croce Rossa. Trump è riuscito là dove tutti gli altri hanno fallito: fermare Netanyahu E non è tutto. «Probabilmente rivolgeremo un appello ai gazawi chiedendo di aiutarci a localizzare i corpi e pagando, in cambio, una ricompensa per il buon comportamento». Lo ha detto un funzionario della Casa Bianca lanciando un appello ai cittadini della Striscia, ma non è detto che funzioni. «A Gaza sono sparite migliaia e migliaia di persone - spiega ancora il giornalista Isdodi - e se c’è da cercare qualcuno, si cercano i propri familiari. Forse la promessa di denaro può far gola a qualcuno, ma c’è un rischio molto alto. Tra le macerie - dice - ci sono anche tanti ordigni inesplosi che possono provocare ulteriori morti. Sarà difficile che in tanti accettino». Dagli Stati Uniti hanno ribadito che la questione deve per forza essere risolta in tempi rapidi, altrimenti costituirà una violazione dell'accordo di cessate il fuoco, mentre Israele ha sottolineato che si aspettava che la consegna di tutti i resti degli ostaggi si concludesse entro la serata di giovedì. È anche per questo che il valico di Rafah è ancora chiuso. L’agenzia Cogat, che gestisce il flusso alla frontiera, ha detto che l’apertura potrebbe avvenire nei prossimi giorni, ma senza alcuna certezza, anche perché non era stato indicata come priorità in alcun punto del piano di pace. «Gli aiuti umanitari stanno entrando nella Striscia dal valico di Kerem Shalom», hanno detto dall’agenzia. Ostaggi, la ricerca (impossibile) dei corpi. «Hamas ormai non sa più dove trovarli» La commissione Intanto, le operazioni per avviare la seconda fase del piano stanno andando avanti e già nei prossimi giorni dovrebbe essere convocata una riunione del nuovo “Board of Peace”. La commissione di tecnocrati che gestirà Gaza sarà guidata da Donald Trump e dall'ex primo ministro britannico Tony Blair e dovrà organizzare anche il disarmo di Hamas. «Questa delicata fase - spiega una fonte vicina ai mediatori - dovrebbe essere supervisionata da una “Forza di stabilizzazione internazionale" che addestrerà la polizia palestinese, in collaborazione con Egitto e Giordania». Per ora, però, Hamas sta guadagnando terreno ingaggiando violenti scontri a fuoco con i membri dei clan d’opposizione e con chiunque manifesti la propria ostilità. «C’è grande caos in questi giorni - dicono alcuni abitanti di Khan Yunis - perché stanno tornando pretendendo di ristabilire le vecchie regole, ma non ci sono più i presupposti. Ora devono andarsene». Un diplomatico per Gaza: tutte le carte di Meloni per fare affari nella Striscia Ma il sangue ancora non si ferma. A quanto riferiscono i media palestinesi, un bambino di 11 anni, Bahjat al-Halaq, è stato ucciso a colpi d'arma da fuoco dalle Idf poco fa nel villaggio di al-Rihiya, a sud di Hebron. In Cisgiordania.