Pechino continuerà a coccolare il patron di Tesla, che ha metà della sua produzione globale a Shanghai. Ma gli interessi cinesi dell’imprenditore non avranno influenza sui dazi che vuole imporre Donald Trump
«Amo la Cina e mi piacerebbe venirci più spesso». Era il 9 gennaio 2019 quando l’uomo più ricco del mondo, stringendo la mano al numero due del partito comunista, pronunciò la sua dichiarazione d’amore nei confronti della Repubblica popolare cinese. Durante quell’incontro a Pechino era stato lo stesso Li Keqiang a offrire a Elon Musk la residenza permanente in Cina. Due giorni prima, l’imprenditore con un patrimonio di 400 miliardi di dollari aveva inaugurato a Shanghai il primo stabilimento Tes



