La Grecia continua a bruciare. lunedì i vigili del fuoco hanno lottato per spegnere contemporaneamente 86 incendi in tutto il paese, di cui 64 scoppiati il giorno precedente e non ancora domati. E all’orizzonte non si vede alcun miglioramento, con temperature che rimarranno ben oltre i quaranta gradi per tutta la settimana e la persistenza dei forti venti che hanno giocato il ruolo più importante nella propagazione delle fiamme.

Il rischio di incendi rimane altissimo anche martedì, specialmente nella regione meridionale di Rodi. Il primo ministro, Kyriakos Mitsotakis, parlando lunedì al parlamento si è difeso dalle critiche che l’opposizione ha mosso alla gestione dell’emergenza e ha detto che «il paese è in guerra con gli incendi e il governo risarcirà chi è stato colpito».

Il ministro del Lavoro ha poi assicurato che «le imprese colpite potranno sospendere i loro dipendenti per tre mesi» aggiungendo che questi «riceveranno un’indennità di 534 euro al mese».

L’isola delle rose

Rodi è la più grande isola del Dodecaneso e regione di passaggio tra oriente e occidente, ma ormai anche luogo della «più grande operazione di evacuazione che la Grecia abbia mai vissuto». A dichiaralo è stata la portavoce della polizia, Konstantia Dimoglidou, dopo che il sud dell’isola brucia da mercoledì scorso.

Domenica circa 30mila persone tra residenti e turisti hanno dovuto lasciare le loro case e gli alberghi, mentre un vigile del fuoco è stato ricoverato per problemi respiratori, così come un poliziotto che si è ferito durante le operazioni di evacuazione.

APN

Lunedì le fiamme hanno ulteriormente preso vigore in direzione sud-est vicino al villaggio di Asklipieio arrivando a toccare i cinque metri di altezza. La situazione è così grave che la lunga colonna di fumo era ben visibile anche nelle immagini rilevate dal satellite Copernicus gestito da Eumetsat, l’organizzazione europea per i servizi metereologici.

Gli incendi che hanno colpito tutta la zona sud dell’isola hanno attaccato principalmente le aree boschive causando anche la morte di cervi, simboli dell’isola, capre e pecore. In particolare buona parte della foresta Apollon-Laermon – uno dei principali habitat del cervo di Rodi – è ormai bruciata.

Il presidente del Consiglio regionale e delegato per il settore primario, Philimonas Zannetidis, ha dichiarato che «non è possibile un quadro completo dell’entità della distruzione perché l’incendio sta ancora infuriando». Ma ha sottolineando che lo scenario non è affatto buono.

Corfù e Evia

Domenica pomeriggio anche Corfù – isola greca sul mar Ionio – è stata colpita degli incendi. Secondo il sindaco, Giorgos Mahimaris, i roghi potrebbero essere stati di natura dolosa, dal momento che le fiamme sono divampate quasi contemporaneamente in tre diversi punti del monte Pantokratoras.

Le alte temperature e le raffiche di vento hanno poi “aiutato” i piromani. lunedì circa 2.500 persone sono state evacuate da 17 villaggi e ospitate nello stadio e nel teatro municipale di Corfù. Nel frattempo un’altra isola – questa volta nel mar Egeo – ha continuato a bruciare.

Nell’isola di Evia un incendio boschivo scoppiato sabato aveva costretto alcuni abitati a lasciare le loro case tra domenica e lunedì. lunedì il rogo, alimentato sempre dai forti venti, è cresciuto a tal punto che le sue fiamme hanno toccato i venti metri d’altezza.

La ripresa impossibile

In una regione il cui il turismo copre il 20 per cento del Pil e dà lavoro al 16 per cento della popolazione – e ciò è ancora più vero per le isole – i roghi nella stagione estiva sono deleteri non solo per il patrimonio paesaggistico e i grandi disagi causati alla popolazione, ma anche perché affossano quel settore dell’economia su cui la Grecia poteva aggrapparsi dopo anni di chiusure seguite alla pandemia.

Il paese è la meta prediletta da numerosi turisti, specialmente tedeschi e inglesi. In Germania si è riunito lunedì il team di gestione di crisi presso il ministero degli Affari esteri, e la portavoce, Andrea Zasse, ha assicurato che «la situazione è costantemente monitorata» e il governo «è in stretto contatto con le autorità greche» per il rimpatrio dei connazionali, iniziato già nella giornata di domenica.

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Nel Regno Unito invece ci sono polemiche per la gestione dei rimpatri. Si conta che tra i 7mila e 10mila turisti inglesi si trovassero in Grecia allo scoppio degli incendi ma diversi affermavano di «essere stati abbandonati in un limbo» dalle autorità.

lunedì mattina, incalzato dai media, il primo ministro Rishi Sunak, ha garantito che «la sicurezza dei connazionali è una priorità del governo» e infatti nel pomeriggio due voli della compagnia EasyJet hanno recuperato alcuni turisti. Altri partiranno martedì.

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