Il giudice per le indagini preliminari di Roma ha stabilito che la procura capitolina deve continuare l’indagine penale sui dirigenti di Rwm Italia SpA, una filiale italiana del produttore di armi tedesco Rheinmetall AG, e sugli alti funzionari dell’Autorità nazionale per l’esportazione di armamenti (Uama) italiana per il loro ruolo in un attacco aereo mortale della coalizione militare guidata da Arabia Saudita ed Emirati Arabi a Deir al-Hajari, nel nord-ovest dello Yemen. Il bombardamento, avvenuto nel 2016, aveva causato la morte di sei civili tra cui donne incinta e bambini.

L’indagine

Nell’ottobre 2019 la procura italiana aveva chiesto l’archiviazione della denuncia penale presentata nell’aprile 2018 dal Centro europeo per i diritti costituzionali e umani ECCHR di Berlino, dalla ong yemenita Mwatana for Human Rights e dalla Rete Italiana Pace e Disarmo e che ha visto poi coinvolte RWM Italia e Uama. Le tre organizzazioni della società civile si erano opposte all’archiviazione e il gip ha confermato le loro ragioni, aprendo la strada a un’indagine approfondita sulla responsabilità dei produttori di armi e dei funzionari dell’Uama nell’attacco aereo.

Cos’è la guerra in Yemen

Iniziato nel 2014, il conflitto in Yemen vede contrapposti il governo yemenita, sostenuto dall’Arabia Saudita, e i ribelli sciiti Houthi, a loro volta spalleggiati dall’Iran. Entrambe le fazioni sono state accusate dalle ong e dalle Nazioni unite di avere commesso crimini contro l’umanità durante il conflitto bombardando i civili. Fino a fine gennaio, gli Stati Uniti sono stati degli alleati strategici del regime guidato dal principe ereditario, Mohammed Bin Salman. Ma il neo presidente, Joe Biden, ha deciso, poco dopo il suo insediamento avvenuto il 20 gennaio, di congelare la vendita di armi ai sauditi e di bloccare l’appoggio militare alle operazioni di Riad. La decisione è stata presa proprio sulla base delle accuse contro le violenze commesse dal regime di MBS nella guerra. 

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