- In questi ultimi decenni, in cui la parentesi della secolarizzazione della politica è andata progressivamente chiudendosi, il pretesto religioso dei conflitti è tornato prepotentemente in auge.
- Ma il meccanismo resta lo stesso: se si vogliono capire i fenomeni politici locali e internazionali in cui le religioni sono coinvolte in un modo o un altro, occorre studiare la geopolitica, non la teologia.
- Anche i terroristi dei giorni nostri vengono strumentalizzati dai poteri che possono trarre vantaggio dalle loro violenze. Il testo fa parte del nuovo numero di Scenari, in edicola e in digitale da venerdì 8 luglio.
La guerra santa non esiste. È vero che, nel corso della storia dell’umanità e fino a oggi, molti leader religiosi hanno, in un momento o l’altro, proclamato la guerra santa, con l’intento di schiacciare nel sangue coloro che si frapponevano sulla strada della loro idea di santità. In realtà, quei leader si sono quasi sempre messi al servizio di interessi che nulla avevano a che fare con la santità, la salvezza dell’anima o la vita eterna. Che lo volessero o no, che lo sapessero o no, la religio



