Russia e Ucraina hanno prorogato di altri 120 giorni l’accordo sulle esportazioni del grano ucraino. L’accordo, siglato la scorsa estate e già sospeso una volta da Mosca, continuerà per altri quattro mesi evitando una crisi alimentare per tutti quei paesi in via di sviluppo che dipendono dal grano ucraino.

La buona riuscita dell’intesa, sotto al supervisione del presidente turco Recep Tayyip Erdogan e delle Nazioni unite, ha permesso a Kiev di esportare lo scorso settembre quasi le stesse quantità alimentari dei livelli del pre guerra. A Istanbul i funzionari turchi e dell’Onu continueranno le operazioni nel centro di coordinamento per far entrare e uscire i mercantili dai porti ucraini verso il mar Nero.

La guerra

Sul campo di battaglia, invece, la guerra non accenna cedimenti. Dal 15 novembre i russi stanno attaccando incessantemente il territorio ucraino. Gli ultimi bombardamenti si sono registrati a Kiev, Odessa e Dnipro, ma anche in Crimea. Qui, secondo media locali, sarebbe stato colpito l’aeroporto in mano ai russi.

Dopo aver rischiato l’escalation militare con l’intervento della Nato per la morte di due cittadini polacchi colpiti dai resti di missili ucraini, che inizialmente si pensava fossero missili russi, gli Stati Uniti hanno riportato Kiev su un piano di realtà.

Il generale dell’esercito statunitense Mark Milley, presidente dei capi di Stato maggiore congiunti, ha dichiarato in una conferenza stampa al Pentagono che «la probabilità di una vittoria militare ucraina – definita come la cacciata dei russi da tutta l’Ucraina, compresa quella che loro rivendicano come Crimea – la probabilità che ciò avvenga in tempi brevi non è alta, militarmente parlando».

I russi, infatti non intendono ritirarsi dal Donbass e dalla Crimea, territorio annesso nel 2014 e che il Cremlino considera a tutti gli effetti territorio della Federazione. Da settimane per Mosca la strategia principale è attaccare senza soste le infrastrutture ucraine portando allo stremo i cittadini ucraini in vista dell’inverno. Secondo il bollettino di intelligence del ministro della Difesa britannico l’esercito sta «attingendo a piene mani dalle riserve russe di missili da crociera convenzionali, poiché la degradazione delle infrastrutture nazionali ucraine è diventata un elemento chiave dell'approccio strategico della Russia alla campagna», si legge nell’ultimo rapporto.

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