Nella guerra in Ucraina l’esercito russo sta incontrando una resistenza superiore alle aspettative, nonostante si tratti del secondo esercito più potente del mondo secondo la classifica del 2021 del sito Global Fire Power. 

La classifica si basa su un indice di potenza costituito da 50 fattori che riguardano diversi aspetti come il numero dei soldati, capacità logistiche, investimenti nell’industria bellica e la potenza dell’arsenale a disposizione.

Un documento di ricerca sottoposto del Congressional reasearch service del 2020 spiega nel dettaglio la capacità militare a disposizione del presidente russo, Vladimir Putin.

La spesa dell’industria della Russia si attesta in media sui 60-65 miliardi di dollari all’anno, pari circa al 4 per cento del Prodotto interno lordo del paese. Soldi che negli anni hanno potenziato le forze aeree, di terra e di mare.

Data l’ampia estensione territoriale del paese, l’esercito è diviso in cinque distretti militari e centri di comando situati a nord, ovest, centro ed est della Russia. In totale, le truppe a disposizione di Mosca sono più di 900mila, ma se si contano i riservisti, cioè persone che hanno ricevuto addestramento militare e che possono essere richiamate in servizio, si arriva anche quasi a 2 milioni.

La potenza dell’esercito russo

Nell’ultimo decennio, la Russia ha riformato le sue forze terrestri, grazie anche alla leva militare obbligatoria, che dura due anni tra la maggiore età e il compimento dei 27 anni. Nonostante l’esercito si basi ancora sui soldati di leva, il ruolo dei militari di professione è cresciuto. Secondo il rapporto, le truppe di terra sono ben organizzate e «capaci di condurre brevi ma complicate operazioni», come alcune di quelle in corso nel conflitto in Ucraina.

Nelle forze armate aree, invece, i generali russi hanno cercato di rafforzare l’addestramento militare e aumentare i numeri delle ore di volo per i piloti ed equipaggi. L’intervento russo in Siria al fianco del presidente Bashar al Assad, ha permesso all’aeronautica di guadagnare esperienza, soprattutto nei bombardamenti di precisione, effettuati anche velivoli di era sovietica modernizzati.

Oltre alle capacità di attacco, gli analisti considerano molto efficiente il sistema di difesa aereo russo che combina truppe di terra e aerei. Tuttavia, uno dei punti deboli dell’aeronautica russa rimane la sua limitata capacità di trasporto a lungo raggio.

Spetsznaz e Marina

In questi giorni si sta sentendo parlare molto delle truppe Spetsznaz, ovvero le truppe speciali delle forze armate russe. Sono quei reparti speciali che si occupano di combattere sul terreno e sono impegnate nelle cosiddette azioni di sabotaggio. Sono impiegate sia in Siria sia nell’attuale guerra in Ucraina. In totale, sono circa 17mila i soldati che fanno parte di unità speciali. Nonostante gli sforzi di professionalizzazione, una parte degli Spetsnaz sono tuttora militari di leva. Ma le forze speciali, come i paracadutisti (Vdv), ricevono i coscritti più motivati e preparati.

La Marina militare ha aumentato la sua capacità dopo anni di tagli e incuria. Il Cremlino ha deciso di puntare su piccole navi e fregate in grado di eseguire bombardamenti di precisione a lunga distanza. La maggior parte delle grandi navi hanno oltre 30 anni e le forze armate hanno deciso di investire soprattutto in sottomarini avanzati in grado di lanciare missili balistici nucleari. I sottomarini dotati di armi nucleari sono distribuiti tra la flotta del Baltico, con base a San Pietroburgo, e quella del Pacifico, con base nei pressi di Vladivostok.

L’esercito ucraino

Un documento sempre del Congressional research service del gennaio 2022 entra, invece, nel dettaglio delle capacità militari dell’esercito ucraino.

Nel 2014 l’esercito di Kiev soffriva di problemi strutturali. All’epoca contava appena 6mila soldati e l’annessione della Crimea ha trovato poca resistenza da parte degli ucraini. Oggi le forze armate a disposizione del presidente Volodymyr Zelensky contano circa 145mila unità, di cui 10mila professionisti a tempo pieno e a cui si sommano i riservisti, stimati in circa 130mila uomini.

Negli ultimi otto anni, le forze armate dell’Ucraina sono state impegnate in un continuo conflitto con i separatisti delle repubbliche orientali che ha contribuito a fornire esperienza di combattimento a numerosi ufficiali, soldati e militari di leva. Circa 10mila soldati sono morti in questi otto anni.

L’Ucraina ha avuto anche un significativo sostegno della Nato e degli Stati Uniti. Il governo ha approvato una serie di riforme interne con l’intento di allineare le forze armate del paese agli standard europei e americani, così da facilitare un futuro ingresso nell’Alleanza atlantica e l’uscita dall’orbita della Russia.

Nel 2020 la National security strategy ucraina ha posto gli obiettivi della sicurezza nazionale, tra questi rientra l’identificazione della Russia come primaria minaccia nazionale di lungo periodo e l’implementazione di nuove relazioni con l’Unione europea, la Nato e gli Stati Uniti.

Alle riforme si è affiancato un aumento della spesa militare. La nuova legge nazionale approvata nel 2018 impone di spendere almeno il 5 per cento del Pil in sicurezza, di cui almeno il 3 per cento nel settore della difesa. Obiettivi però che non sono stati ancora raggiunti, visto che la spesa media per le forze armare si attesta al 2,5 per cento.

Nel 2021 l’Ucraina ha speso circa 4,2 miliardi di dollari per il mantenimento del suo esercito e per comprare nuove attrezzature militari e rinnovare quelle obsolete ereditate dal periodo sovietico.

Una delle riforme più importanti è quella che ha riguardato il sistema di comando, che si è allineato agli standard della Nato, con una macchina decisionale più efficiente.

La debole marina

La marina militare non è il fiore all’occhiello delle forze armate ucraine. Con la guerra in Crimea la flotta ha perso circa il 70 per cento delle sue navi. Per questo nel 2018 è stata adottato un programma strategico che entro il 2035 mira a riformare l’intero settore. A oggi, la fanteria della Marina è considerata tra le unità speciali dell’esercito. Prima dell’invasione una brigata era stanziata permanente a Mariupol, città che si affaccia sul mare di Azov e uno dei luoghi di maggiore tensione dallo scoppio del conflitto nel 2014.

Proprio come la Marina, anche l’aeronautica ha subìto diverse perdite negli ultimi otto anni. L’esercito russo ha abbattuto diversi caccia, elicotteri e aerei cargo ucraini. Ma anche per questo ramo delle forze armate ha lanciato un programma di espansione che prevede un investimento di 12 miliardi per comprare nuovi mezzi e addestrare il personale entro il 2035.

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