È finito l’incubo per i civili di Mariupol. Secondo quanto riportato dalle autorità ucraine tutte le donne, i bambini e gli anziani che si erano rifugiati nell’acciaieria della città sono stati evacuati con successo dopo gli ultimi convogli umanitari partiti ieri. Già durante la giornata la Croce rossa internazionale e le Nazioni unite hanno espresso soddisfazione per il funzionamento della tregua raggiunta tra le parti.

Ma il capitolo Azovstal non è ancora concluso. «Stiamo lavorando anche sulle opzioni diplomatiche per salvare i nostri militari che rimangono ancora ad Azovstal. Sono coinvolti mediatori influenti. Stati influenti», ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

Non sono stati fatti i nomi dei leader politici implicati nelle trattative, ma dall’inizio della guerra il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, il premier israeliano Naftali Bennett e il presidente francese Emmanuel Macron sono i personaggi «influenti» che più hanno tenuto rapporti con il presidente russo Vladimir Putin. Non ci sono notizie se l’Italia stiq avendo un ruolo in queste specifiche mediazioni per i corridoi umanitari a Mariupol, ma nei giorni scorsi le mogli dei soldati del battaglione ultra nazionalista Azov, che combattono nell’acciaieria insieme ai marines ucraini, sono arrivate nel paese per chiedere una loro evacuazione e fare pressione sul mondo politico e la stampa italiana.

L’Onu

Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite ha rilasciato la sua prima dichiarazione sulla guerra in Ucraina, ma ha evitato di usare parole come «guerra», «conflitto» o «invasione». Una scelta vista come una mancanza di coraggio nei confronti della Russia, uno degli stati che gode di un seggio permanente e del diritto di veto nel Consiglio di sicurezza, che definisce l’attuale guerra in corso come «un’operazione militare speciale».

«Il Consiglio di sicurezza esprime profonda preoccupazione per il mantenimento della pace e della sicurezza in Ucraina», si legge nel testo. La dichiarazione fornisce anche un forte sostegno al Segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, per trovare una soluzione pacifica alla controversia.

Nei giorni scorsi Guterres ha tenuto incontri a Mosca e Kiev con Putin e Zelensky. Solo dopo la sua visita e la pressione della Croce rossa internazionale sono state sbloccate le prime evacuazioni dall’Azovstal.

Biden

Ieri il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha ammonito i vertici delle agenzie di intelligence del paese chiedendo loro un maggiore controllo sulle informazioni rilasciate alla stampa per evitare incidenti diplomatici, o peggio un’escalation militare, con Mosca.

Sono giorni che alcuni articoli pubblicati dai media statunitensi raccontano il ruolo dell’intelligence americana nella guerra in Ucraina. I servizi segreti di Washington stanno fornendo un aiuto sostanziale e concreto ai loro omologhi ucraini che utilizzano le coordinate fornite per colpire le truppe russe, tra cui anche alti ufficiali e generali di Mosca.

Il portavoce del Pentagono John Kirby ha confermato il sostegno all’esercito ucraino ma ha negato un coinvolgimento nell’uccisione di alti ufficiali di Mosca o nell’affondamento della Moskva, l’incrociatore missilistico stanziato nel mar Nero.

Odessa

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Se nell’Ucraina orientale l’esercito di Kiev ha lanciato una controffensiva nella regione di Kharkiv, a Mykolaiv e a Odessa continuano i bombardamenti delle forze russe. Tra la giornata di venerdì e sabato sono almeno dieci i missili che hanno colpito la città portuale di Odessa, la maggior parte dei quali sono stati sparati dalla Crimea. «Il nemico continua non solo la distruzione fisica delle infrastrutture della regione, ma anche la pressione psicologica sulla popolazione civile», ha affermato il comando operativo dell’esercito ucraino del Sud. Nella giornata di ieri quattro missili hanno colpito la città di Mykolaiv.

In vista del 9 maggio, giorno in cui a Mosca si tengono le celebrazioni per la vittoria sulla Germania nazista, le autorità ucraine temono una vasta offensiva nel paese.

 

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