Secondo il ministero della Difesa britannico, l’esercito russo sta seriamente prendendo in considerazione l’opzione di un importante ritiro delle sue truppe dall’area a ovest del fiume Dnipro dopo che ieri le milizie separatiste hanno annunciato l’inizio della controffensiva ucraina nell’area di Kherson.

Anche la ritirata però non sarà semplice, dato che per attraversare il fiume la maggior parte dei ponti sono andati distrutti o sono gravemente danneggiati. 

Intanto, da parte ucraina c’è ancora silenzio. Non sono state rilasciate conferme o smentite alle dichiarazioni del governatore russo di Kherson, Kirill Stremousov, che ieri ha annunciato su Telegram l’inizio dell’attacco ucraino. Per il momento sono in corso le evacuazioni dei civili, si parla di circa 60mila persone che i russi vogliono dislocare verso sud, sulla riva sinistra del fiume Dnipro.

Per Kiev si tratta di messe in scena che camuffano deportazioni di massa di cittadini ucraini verso territori controllati dai russi. 

Stremousov è tornato a parlare anche oggi e ha detto che a sostenere l’avanzata ucraina «ci sono molti mercenari», un’affermazione basta sulle intercettazioni radio captate. «Non riusciranno a sfondare la linea di difesa, e non credo che ci siano 60mila militari delle forze armate ucraine nel sud, al massimo 30mila che non vogliono morire». Secondo Stremousov le condizioni del terreno sono complicate e rendono molto complicate le operazioni ucraine. «Questa è la steppa, dove tutto è come si vede su un piatto d’argento», ha detto il leader imposto dal Cremlino a Kherson.

Le centrali elettriche

I recenti bombardamenti russi hanno messo fuori uso quasi il 30 per cento delle infrastrutture energetiche dell’Ucraina, mettendo in seria difficoltà la popolazione locale che nei prossimi mesi dovrà affrontare bassissime temperature invernali. In varie città come Kharkiv sono in corso interruzioni dell’elettricità per permettere ai tecnici di seguire le riparazioni, i governatori locali hanno chiesto ai cittadini e alle aziende di limitare fortemente il loro consumo energetico.

A Bruxelles intanto iniziano le discussioni tra i 27 paesi membri su come aiutare l’Ucraina a livello energetico. Si pensa alla fornitura di attrezzature energetiche, assistenza per il ripristino delle reti e centrali danneggiati e finanziamenti di lungo periodo per la ricostruzione. 

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