Sono passati quasi tre anni e mezzo dall’inizio dell’invasione russa e Mosca continua a bombardare pesantemente le città ucraine. Edifici e condomini rasi al suolo, scuole e ospedali distrutti. E morti civili. Negli ultimi raid, quelli tra venerdì e sabato, le vittime sono state almeno cinque, i feriti si contano a decine. Esplosioni sono state udite in molte regioni, tra cui Kiev, Kropyvnytskyi, Kherson e Mykolaiv. Una grande concentrazione di droni è stata segnalata a Cernihiv, Cerkasy e Vinnytsia, nell'est di Zytomyr, nell'ovest di Sumy e nel nord di Odessa.

L’esercito di Mosca ne ha impiegati 597, la metà dei quali Shahed di fatturazione iraniana, e 26 missili da crociera. A dirlo è stato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, secondo il quale la contraerea di Kiev ha abbattuto 20 missili e la maggiori parte dei droni.

Un attacco che ha preso corpo a quarantott’ore di distanza dalla decisione dei Volenterosi di destinare alla ricostruzione dell’Ucraina dieci miliardi di euro. Gli attacchi di Mosca sono arrivati a 50 chilometri dal confine dell’Unione europea, anche per questo la Polonia e alcuni paesi alleati hanno fatto decollare nella notte i loro caccia. «A causa dell’attività dell’aviazione russa a lungo raggio, che sta colpendo obiettivi situati, in particolare, nell’Ucraina occidentale, le forze aeree polacche e alleate hanno iniziato a operare nello spazio aereo polacco», si legge in un comunicato stampa del comando operativo delle Forze armate della Polonia.

Anche i sistemi di difesa aerea e di ricognizione radar basati a terra sono stati messi in stato di massima allerta. «Le misure adottate mirano a garantire la sicurezza nelle aree confinanti con le zone minacciate - spiega la nota -. Il Comando operativo sta monitorando la situazione attuale e forze e mezzi rimangono pienamente preparati per una risposta immediata».

Zelensky chiede più sanzioni

Di fronte ai recenti attacchi, il presidente Zelensky ha chiesto agli alleati «sanzioni secondarie contro chiunque aiuti i “russi” a produrre droni e a trarre profitti dal petrolio». Ma anche un aiuto militare. «Sono necessari più sistemi di difesa aerea e investimenti nei droni intercettori, che stanno già dando buoni risultati. La guerra può essere fermata solo con la forza. Ci aspettiamo dai nostri partner non solo segnali, ma azioni che salvino vite umane», ha detto il presidente. «Sono necessari più sistemi di difesa aerea e investimenti nei droni intercettori, che stanno già dando buoni risultati. La guerra può essere fermata solo con la forza. Ci aspettiamo dai nostri partner non solo segnali, ma azioni che salvino vite umane».

Intanto, il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha elogiato il «sostegno» di Pyongyang contro l’esercito ucraino durante una visita in Corea del Nord, dove ha incontrato il leader Kim Jong-un. Durante il viaggio, Lavrov ha risposto alla proposta della coalizione dei Volenterosi di creare un corpo di forze multinazionali per proteggere Kiev. «Non prendiamo sul serio le varie fantasie promosse da coloro che vogliono mettersi in mostra sulla scena internazionale», ha detto il capo della diplomazia di Mosca. A Washington, invece, il presidente Trump sta pensando di inviare nuovi aiuti militari verso l’Ucraina.

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