È di tre morti il bilancio dell’attacco che secondo il ministro della Difesa russo è stato compiuto da un drone ucraino in una base militare russa nella regione di Saratov. Secondo quanto riporta la Tass il velivolo militare senza pilota si è avvicinato intorno all’1:35 di notte all’aeroporto militare di Engels quando è stato abbattuto dai sistemi di difesa russi. «A seguito della caduta dei rottami del drone, tre tecnici russi che si trovavano all'aeroporto sono rimasti feriti mortalmente», scrive l’agenzia di stampa statale russa. La base militare aveva già subito un attacco lo scorso 5 dicembre.

Nonostante il Natale la guerra in Ucraina non ha accennato a diminuire. Secondo l’esercito ucraino, nella giornata del 25 dicembre la Russia ha lanciato più di 40 attacchi missilistici colpendo decine di villaggi e cittadine nelle regioni di Lugansk, Donetsk, Kharkiv, Kherson e Zaporizhzhia.

A Kherson l’esercito russo – dopo la parziale ritirata – continua a colpire con l’artiglieria pesante l’area sulla riva destra del fiume Dnipro. Intanto, le forze ucraine hanno lanciato attacchi contro quasi 20 obiettivi russi nell’area di Lyman uccidendo 60 militari di Mosca e diversi strumenti di equipaggiamento.

Il pesante inverno ucraino costringe entrambi gli eserciti a cambiare le strategie in campo. Secondo l’ultimo bollettino dell’intelligence britannica dal mese di ottobre l’esercito russo si è concentrato principalmente sulla costruzione di posizioni difensive lungo il fronte in Ucraina creando dei campi minati che rallentano la controffensiva ucraina. Parallelamente Mosca ha colpito le infrastrutture energetiche del paese per mettere in difficoltà la popolazione civile durante l’inverno.

L’apertura del Cremlino

Il presidente russo Vladimir Putin in un discorso televisivo ha detto: «Siamo pronti a negoziare con tutte le parti coinvolte per trovare soluzioni accettabili, ma questo dipende da loro – non siamo noi a rifiutarci di negoziare, ma loro». Un’apertura, quella del Cremlino, che coinvolge anche le forniture energetiche. 

«Il mercato europeo rimane rilevante perché il deficit di gas rimane e noi abbiamo la capacità di ripristinare le forniture. Ad esempio, il gasdotto Yamal-Europe, chiuso per motivi politici, è inutilizzato», ha detto il vice primo ministro russo Alexander Novak. Il gasdotto che parte da Mosca e arriva in Germania attraversa paesi come la Bielorussia e la Polonia ed è in grado di rifornire diversi stati europei.

© Riproduzione riservata