A pochi giorni dal primo anniversario di guerra in Ucraina a Bruxelles si riuniscono i ministri degli Esteri del Consiglio Ue per discutere le prossime scelte politiche per sostenere Kiev. L’Alto rappresentante per gli Affari esteri e la sicurezza, Josep Borrell, ha già anticipato alla conferenza di Monaco sulla sicurezza che proporrà ai ministri un nuovo piano per l’acquisto di armi da inviare all’Ucraina.

Il piano

Borrell presenterà un piano per utilizzare l’attuale Fondo europeo per la pace da 3,6 miliardi di euro per l’acquisto congiunto di munizioni. Secondo l’Alto rappresentante Ue, effettuare ordini di grandi dimensioni da parte di più stati membri incoraggerebbe le aziende dell’industria bellica europea a investire di più per aumentare le proprie capacità produttive.

Il modello, proposto dal governo estone, si basa su quello utilizzato da Bruxelles durante la pandemia per acquistare i vaccini contro il Covid-19. Tuttavia non è una soluzione rapida, ma solo di medio-lungo termine, e non risolverebbe la carenza di munizioni di Kiev. «Dobbiamo aumentare e accelerare il nostro sostegno militare. Attualmente ci vogliono quasi 10 mesi per acquistare un proiettile del calibro di 155 mm, quasi un anno e quasi tre anni per acquistare un missile aria-aria. Questo non è in linea con la situazione di guerra in cui viviamo», ha detto Borrell. La proposta è stata subito accolta con favore da parte delle autorità ucraine, con il ministro degli Esteri Kuleba che ha ringraziato il governo estone.

La visita di Meloni a Kiev e Biden in Polonia

La premier italiana Giorgia Meloni è guarita dall’influenza che settimana scorsa ha modificato la sua agenda politica ed è diretta verso Varsavia. Domani Meloni sarà a Kiev per incontrare il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, a otto mesi di distanza dalla visita del suo predecessore Mario Draghi.

Durante la sua visita Meloni discuterà con le autorità ucraine anche dell’invio di nuove armi, tra queste ci sono anche i jet di combattimento che al momento non sono stati inviati da nessuno stato. Nonostante la chiusura di paesi come la Germania, all’interno della Nato ci sono alleati che oppongono meno resistenze come il premier britannico Rishi Sunak. Un’altra apertura è arrivata dall’ambasciatore americano alle Nazioni unite.

Campo di battaglia

Il punto più caldo del fronte rimane Bakhmut. Da settimane i mercenari del gruppo Wagner assediano la città e l’esercito ucraino si trova in seria difficoltà. Al momento i soldati di Kiev stanno riorganizzando la loro difesa attorno a Siversk, un altro obiettivo principale per Mosca. «Se occupassero Bakhmut, saremmo semicircondati, perché sul lato sinistro abbiamo il fiume Siverskyi Donets e il nemico avanzerebbe da destra, ed è possibile tagliarci fuori se raggiungono l'autostrada di Bakhmut», ha detto il vice comandante del battaglione di Siversk.

La conquista dei due avamposti permetterebbe di arrivare con più facilità alla città di Kramatorsk, una delle città più grandi a nord di Donetsk, e darebbe anche uno slancio al morale delle truppe russe che secondo l’intelligence britannica sono sotto pressione da parte del Cremlino. Il presidente russo Putin vuole portare a casa una vittoria significativa durante il primo anniversario di guerra.

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