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L’elezione di Trump segnava un punto di non ritorno. Il disorientamento strategico (e quindi l’inaffidabilità) degli Stati Uniti toccava il suo zenith.
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Ma i benefici capitalizzati dagli Stati Uniti in questi tre mesi di guerra provano che il loro declino non è assoluto, ma relativo.
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Tuttavia, il rischio è che proprio i vantaggi contingenti di questo nuovo credito internazionale suscitino la tentazione di approfittarne per conquistare posizioni che gli Stati Uniti non hanno più la forza di mantenere, accelerando così la tendenza al policentrismo caotico. Il testo fa parte del nuovo numero di Scenari, scopri quali sono gli altri contributi. Per leggerli tutti è possibile abbonarsi qui.
«I tempi in cui potevamo affidarci completamente a qualcun altro sono finiti». Con questa lapidaria e ormai celeberrima affermazione, Angela Merkel sanciva nel maggio 2017 un netto allentamento della tradizionale Westbindung tedesca, la politica di integrazione nel blocco “occidentale” guidato dagli Stati Uniti, inaugurata alla fine degli anni 1940 dal suo predecessore Konrad Adenauer. E, per non lasciar spazio a dubbi sulle conseguenze, aggiungeva: «Noi europei dobbiamo prendere il nostro dest



