Il ministro della Difesa russo ha annunciato che il suo esercito ha conquistato la cittadina di Soledar, dopo aver ucciso negli ultimi tre giorni circa 700 soldati ucraini.

In mattinata un funzionario di Mosca stanziato a Donestk, Andrey Baevsky, aveva detto invece che a Soledar ci sono ancora «piccole sacche di resistenza» ucraina. Da giorni i russi sostengono di aver conquistato la piccola cittadina, strategica per la difesa di Bakhmut epicentro della guerra nelle ultime settimane. «In generale, l'operazione si è sviluppata con successo e la periferia occidentale di Soledar è già completamente sotto il nostro controllo», ha aggiunto.

«Il nemico continua l’attacco contro Soleder – ha scritto ieri su Telegram la viceministra della Difesa Hanna Maliar – Le forze armate ucraine continuano a resistere», mentre il presidente Zelensky ha detto che i difensori riceveranno «tutto l’aiuto di cui hanno bisogno» compreso arsenale bellico occidentale.

Dal Cremlino, invece, considerano oramai l’area sotto il loro controllo. Il portavoce del Cremlino Dimitry Peskov ha detto: «A Soledar è stato fatto un lavoro enorme, azioni eroiche assolutamente disinteressate». Tuttavia, secondo Peskov, «c’è ancora molto lavoro da fare». Anche per questo il presidente russo Vladimir Putin ha sostituito il comandante in capo dell’operazione militare speciale in Ucraina.

Cinque mesi di battaglie a Soledar e Bakhmut

Da giorni sono state diffuse online alcune fotografie satellitari che mostrano i danni subiti dalle due città oramai andate distrutte dopo cinque mesi di combattimenti, durante i quali entrambi gli eserciti hanno confermato di aver subito ingenti perdite. Secondo Pavlo Kyrylenko, governatore di Donetsk, a Soledar sono rimasti ancora 559 civili, tra cui 15 minori.

Al momento, senza un cessate il fuoco o una tregua temporanea, non possono essere evacuati. E il presidente della Turchia, Recep Tayyip Erdogan, ha annunciato di voler tornare a negoziare tra le parti, come già accaduto in questi 11 mesi, per evacuare i civili di Soledar e Bakhmut.

Per quanto riguarda i colloqui di pace, invece, il direttore del secondo dipartimento del ministero degli Esteri russo Alexey Polishchuk ha detto alla Tass che nel momento in cui riprenderanno non avranno la mediazione occidentale. «Se e quando quei contatti verranno ripresi, molto probabilmente saranno anche diretti. E sarebbe l’opzione migliore in quanto l’esperienza ha dimostrato che i mediatori occidentali spesso perseguono i propri obiettivi e cercano di influenzare i colloqui, agendo non per la risoluzione dei conflitto, ma nei propri interessi politici ed economici».

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