Il capo dell’Agenzia atomica internazionale (Aiea), Rafael Grossi, è in viaggio verso Kiev per discutere con le autorità ucraine della messa in sicurezza della centrale nucleare di Zaporizhzhia.

Nei prossimi giorni si recherà anche a Mosca dove ieri il presidente russo Vladimir Putin ha firmato il decreto con cui ha inglobato l’impianto nucleare nelle proprietà della Russia, basata sulla legittimità dei referendum farsa che hanno portato all’annessione di Zaporizhzhia, Kherson, Donetsk e Lugansk alla Federazione russa. Per Grossi la necessità di creare una zona di protezione intorno al sito è «più urgente che mai».

E infatti, come accaduto negli ultimi mesi, non sono cessati i bombardamenti intorno all’area della centrale. In mattinata, sempre a Zaporizhzhia un attacco missilistico ha ucciso una donna e ferito altre sette. Il governatore ucraino della regione, Oleksandr Starukh, ha accusato i soldati russi del bombardamento.

La situazione a Kherson

Secondo il comando meridionale dell’esercito ucraino, Kiev ha esteso la sua area di controllo nella regione di Kherson da 6 a 12 miglia. Il presidente Volodymyr Zelensky ha confermato la riconquista dei villaggi di Novovoskresenske, Novohryhorivka e Petropavlivka, affermando che gli insediamenti sono stati «liberati dal referendum fasullo e stabilizzati». Il governatore filorusso di Kherson, Kirill Stremousov, ha affermato che il ritiro è soltanto una riorganizzazione delle forze per «sferrare un colpo di rappresaglia».

Più a nord-est verso Lyman nella regione di Lugansk gli ucraini hanno trovato oltre cinquanta tombe – alcune contrassegnate da nomi e altre da numeri – oltre a camere di tortura dopo che i russi hanno abbandonato la città. 

L’ammissione

Nel frattempo anche Putin ha ammesso le difficoltà riscontrate dal suo esercito nel terreno. In cinque giorni gli ucraini hanno liberato oltre mille chilometri quadrati di territorio verso l’est e il sud del paese riprendendo il controllo di decine di villaggi. «Stiamo lavorando sul presupposto che la situazione nei nuovi territori si stabilizzerà», ha detto Putin riguardo alle quattro regioni annesse con cerimonia solenne al Grande palazzo del Cremlino.

Secondo analisti ed esperti l’esercito russo sta pagando il ritardo della mobilitazione parziale, approvata e firmata soltanto il 21 settembre, e la grave perdita di soldati e mezzi militari.

Le conseguenze del referendum

I leader europei, insieme a quelli di Regno Unito e Turchia, si trovano a Praga per affrontare la questione della guerra in Russia. È stato definito un incontro per una «piattaforma di coordinamento politico» in cui si discuterà sia dell’annessione forzata e unilaterale delle quattro regioni ucraine alla Federazione russa sia l’inizio di una strategia comune nei confronti del Cremlino.

Nel frattempo, le Nazioni unite hanno avvertito che l’annessione dei nuovi territori può compromettere il rispetto dei diritti umani nell’area.

© Riproduzione riservata