La controffensiva Ucraina sta avendo un riscontro sul territorio. Secondo quanto affermato dai vertici militari di Kiev, a Bakhmut – epicentro dei combattimenti degli ultimi mesi – i russi hanno dovuto cedere terreno. In alcune posizioni si arriva fino a oltre due chilometri.

A prendersi i meriti sono anche gli uomini del battaglione Azov, lo stesso che ha combattuto a Mariupol nella primavera dello scorso anno. «Ora possiamo dire che le Forze di difesa hanno liberato più di 2 km di Bakhmut. Questo risultato è stato raggiunto dalla terza brigata d’assalto separata delle Forze armate dell'Ucraina che comprende l’unità Terra» ha dichiarato Mykola Volokhov, comandante dell'unità di ricognizione Terra del gruppo tattico Azov. «Abbiamo ucciso un gran numero di russi e fatto prigionieri», ha aggiunto in un’intervista rilasciata a un’emittente televisiva nazionale.

Il fronte del Cremlino

«L’operazione militare speciale continua. Si tratta di un’operazione molto difficile e, naturalmente, alcuni obiettivi sono stati raggiunti in un anno», ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, citato dalla Tass. Un’ammissione di difficoltà che rende il clima a Mosca sempre più teso, soprattutto nei confronti di Yevgeny Prigozhin, il fondatore del gruppo paramilitare Wagner.

Da mesi il gruppo sta combattendo a Bakhmut e Prigozhin ha spesso accusato di incompetenza i vertici militari dell’esercito russo. Dopo aver conquistato circa il 90 per cento della città del Donbass, ora il gruppo Wagner è in difficoltà. A evidenziarlo è anche il think tank americano Istitute study of war secondo cui: «I problemi legati all'impegno ad hoc di vari raggruppamenti di forze ridotte nell'asse di Bakhmut, insieme a evidenti carenze di comando e controllo, stanno probabilmente impedendo alle forze russe nell'area di condurre valide operazioni difensive».

Ora gli ucraini possono contare su un gran numero di aiuti militari che sono arrivati dagli alleati della Nato. Lo scorso 9 maggio, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha anche ottenuto la promessa da parte della commissione dell’Ue, Ursula von der Leyen, di ricevere un miliardo di munizioni di cui l’esercito ucraino ne ha un disperato bisogno.

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