L'ex ambasciatrice statunitense alle Nazioni Unite Nikki Haley, principale sfidante di Donald Trump per la nomina a candidato presidenziale del Partito repubblicano, ha subito una disfatta alle primarie che si sono tenute ieri nello stato del Nevada, ottenendo meno consensi dell'opzione di protesta "Nessuno di questi candidati", presente nelle schede delle primarie organizzate dallo Stato.

Haley aveva già suscitato perplessità scegliendo di partecipare alle primarie di ieri, ufficialmente boicottate dal Partito repubblicano, anziché ai caucus che il partito ha organizzato domani, 8 febbraio. 

L'ex ambasciatrice in questo modo ha rinunciato di fatto alla possibilità di conquistare i delegati statali del suo partito, che andranno dunque al tycoon, e anche a un confronto diretto con l'ex presidente Trump. A dispetto della mancata partecipazione dell'ex presidente, Haley ha ottenuto appena il 32,4 per cento dei voti, contro il 61,2 per cento dell'opzione di protesta "Nessuno di questi candidati".

Nessuna immunità per Trump

Intanto, una corte d’appello di Washington ha deciso che l’ex presidente non potrà utilizzare l’immunità nel processo per i suoi tentativi di ribaltare il voto nel 2020, culminati nell'assalto a Capitol Hill. La ragione sta nel fatto che l’immunità garantita dalla presidenza non sarebbe più applicabile anche dopo la cessazione del mandato.

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