«Abbiamo ucciso tre terroristi di Hamas»: lo ha annunciato il portavoce militare israeliano, Hidai Zilberman, mentre l'aviazione sta conducendo attacchi mirati contro le celle lanci missilistici nella striscia di Gaza. Saraya al-Quds, l'ala militare della jihad islamica, ha rivendicato il lancio di 30 razzi verso Israele. Un suo portavoce ha aggiunto di aver anche sparato un razzo anticarro Kornet contro un veicolo militare israeliano che si trovava in prossimità della linea di confine. Israele ha confermato il lancio del razzo che però avrebbe colpito un veicolo civile, e non militare. Il conducente si è salvato. 

L'allarme a Gerusalemme

Circa un'ora prima, le sirene d’allarme hanno suonato a Gerusalemme, dove si sono sentiti anche esplosioni nell’area. È il continuo degli scontri che sono iniziati nel week end e in cui sono rimasti feriti circa 300 palestinesi e 20 uomini delle forze dell’ordine israeliane.

Dopo vari razzi lanciati da Gaza la scorsa notte, ma che non hanno provocato vittime o danni, Hamas in mattinata ha lanciato un ultimatum al premier Netanyahu chiedendo il ritiro dei soldati dal Monte del Tempio di Gerusalemme entro le 18 di oggi. «Fate uscire i soldati e i coloni dalla Moschea Al Aqsa e dal rione di Sheikh Jarrah e rilasciate chi è stato arrestato in questi giorni», ha detto il portavoce dell’ala militare di Hamas Abu Odeiba.

Allo scadere dell’ultimatum hanno risuonato le sirene dopo aver sentito le esplosioni. Un portavoce dell’ala militare di Hamas ha detto che l’organizzazione «ha sparato razzi sulla Gerusalemme occupata, in risposta ai crimini e all’aggressione del nemico contro la città santa, e ai suoi abusi contro la gente a Sheikh Jarrah e alla Moschea di Al-Aqsa». In totale per ora sembrerebbero dieci i missili lanciati.

I deputati della Knesset, il parlamento israeliano, hanno lasciato immediatamente l’aula e l’esercito ha evacuato il Muro del pianto dove si sarebbe dovuta tenere una manifestazione per celebrare quello che gli israeliani considerano il 54esimo anniversario della riunificazione di Gerusalemme. Inizialmente la marcia per le celebrazioni sarebbe dovuta passare attraverso la Spianata delle moschee ma per evitare un’escalation negli scontri è stata vietata.

Gli scontri degli ultimi giorni derivano dalla decisione, poi posticipata di un mese, della Corte israeliana che è chiamata a sentenziare l’espulsione degli arabi dal quartiere di Sheikh Jarrah in favore dei coloni.

Sul caso è intervenuto anche l’Alto rappresentante Ue per la politica estera, Josep Borrell, che ha detto: «Siamo profondamente preoccupati per i recenti episodi di violenza» e ha aggiunto che «gli sgomberi di famiglie palestinesi nella zona di Gerusalemme Est sono illegali» e «servono solo ad alimentare le tensioni sul terreno».

In un comunicato la presidenza della Repubblica turca prende le parti degli arabi e ribadisce il sostegno al processo di formazione di due stati. Il consigliere per la sicurezza nazionale israeliano, Mei Ben Shabbat, ha invece detto: «L’intervento internazionale è una ricompensa per i rivoltosi palestinesi e coloro che li sostengono i quali cercano la pressione internazionale su Israele». In una riunione speciale di gabinetto il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha detto che Israele «non permetterà a nessun estremista di destabilizzare la calma a Gerusalemme. Faremo rispettare la legge e l’ordine in modo deciso e responsabile».

© Riproduzione riservata