Il governo ha rimesso al centro della sua azione una regione che costituisce l’ambiente ideale per la penetrazione da parte di potenze ostili al mondo occidentale, Russia e Cina in testa
- L’attivazione di Kfor nelle regioni settentrionali del Kosovo, teatro del boicottaggio delle elezioni municipali da parte della popolazione serba e delle violenze contro l’insediamento dei sindaci di etnia albanese, segnala che le autorità locali prevedevano lo scenario di una minaccia
- Le violenze sono lì a ricordarci – se ce ne fosse mai bisogno dopo il 24 febbraio 2022 – che la sicurezza non può essere data per scontata, ma presuppone un lavoro costante, talvolta snervante.
- Il nostro rinnovato attivismo si fonda sulla convinzione che se l’accezione convenzionale di sicurezza come assenza di minacce militari rappresenta una condicio sine qua non per qualsiasi strategia sui Balcani, per il conseguimento di una stabilità duratura è imprescindibile un approccio corale che faccia ricorso a strumenti militari e civili.
L’attivazione di Kfor nelle regioni settentrionali del Kosovo, teatro del boicottaggio delle elezioni municipali da parte della popolazione serba e delle violenze contro l’insediamento dei sindaci di etnia albanese, segnala che le autorità locali prevedevano lo scenario di una minaccia il cui contenimento avrebbe richiesto requisiti superiori rispetto a quelli delle locali forze di polizia. Nel paese sono presenti tre organizzazioni che si occupano di garantire la sicurezza, ognuna delle qual



