- Despota, zar e altro Putin è il capo, nient’affatto carismatico, di un regime autoritario, non totalitario. Infatti, Putin non è al vertice di una struttura, ad esempio, un partito, solida, ampia, ramificata sul territorio, in grado di esercitare un controllo assoluto.
- La burocrazia russa, come molte burocrazie, esegue senza porsi troppi interrogativi. Le Forze armate hanno spazi di autonomia, ma anche problemi di efficienza. Gli oligarchi godono di una situazione di relativa, ma declinante, prosperità.
- Nei regimi autoritari lo spostamento di una o dell’altra componente, alleanze tattiche e temporanee, la comparsa di oppositori capaci di coordinare le sfide al detentore del potere politico e alle sue basi di sostegno, non sappiamo quanto estese e opportunistiche, possono aprire la transizione.
La compagnia di mercenari nota come Wagner si muove per centinaia di chilometri sul territorio russo senza che le forze dell’ordine (i militari russi erano al fronte, tutti tutti?) e i sostenitori di Putin vi si oppongano in qualche modo. Poi, Prigožin si ferma e accetta: cosa? asilo politico in Bielorussia? La guerra civile, se fosse diventata tale, è sventata, ma la debolezza di Putin appare in piena luce. Oppure no. Possiamo, e dobbiamo, rincorrere gli avvenimenti ora dopo ora, ma poco c


