I funzionari delle Nazioni unite hanno esortato diversi paesi ricchi del mondo a riprendere la fornitura di finanziamenti per l’Unrwa, necessaria per la sopravvivenza di milioni di civili palestinesi. Gli Stati Uniti e diverse altre nazioni hanno infatti sospeso le loro donazioni all’agenzia dopo che Israele ha accusato 12 dipendenti dell’Unrwa di essere coinvolti nell’attacco sferrato da Hamas contro Israele il 7 ottobre.

Le Nazioni unite hanno dichiarato di star indagando sulle accuse lanciate da Israele e di aver licenziato la maggior parte dei dipendenti accusati. Hanno inoltre annunciato che se i finanziamenti non verranno ripristinati, l’agenzia potrebbe chiudere già entro la fine di febbraio.

Insieme a diversi rappresentanti delle agenzie umanitarie, gli alti funzionari delle Nazioni unite hanno affermato che il crollo dell’Agenzia delle Nazioni unite per il soccorso e l’occupazione dei profughi palestinesi sarebbe una catastrofe, anche per il ruolo fondamentale che l’agenzia svolgeva nel fornire cibo, acqua, assistenza sanitaria, istruzione, alloggio e servizi igienico-sanitari ai cittadini della Striscia ancor prima dello scoppio delle ostilità con Israele. 

«I servizi salvavita a più di tre quarti dei residenti di Gaza non dovrebbero essere messi a repentaglio dalle presunte azioni di alcuni individui», ha detto Martin Griffiths, capo degli affari umanitari dell’Onu al Consiglio di Sicurezza dell’Onu. Ha poi aggiunto che «la nostra risposta umanitaria per i territori palestinesi occupati dipende, completamente, dal fatto che l’Unrwa sia adeguatamente finanziata e operativa».

Secondo quanto riportato dal New York Times, Griffiths ha poi affermato che migliaia di dipendenti dell’Unrwa hanno lavorato per distribuire le quantità inadeguate di aiuti umanitari consentiti a Gaza, ma che per farlo in totale sicurezza hanno bisogno di migliori garanzie. In ultimo ha aggiunto che l’Unrwa e altri gruppi umanitari non hanno ancora accesso a intere aree del territorio. 

Le risposte all’appello dell’Onu

Diversi paesi donatori hanno rinnovato il loro impegno nel sostenere l’Unrwa. Gli Stati Uniti hanno sottolineato che la sospensione dei finanziamenti all’agenzia è stata temporanea e che riconoscono il ruolo centrale che questa svolge all’interno della crisi che sta colpendo Gaza. Tuttavia, l’ambasciatore americano Greenfield ha ricordato durante la riunione del Consiglio di sicurezza che le accuse rivolte direttamente ai dipendenti dell’Unrwa mostrano la necessità di «cambiamenti fondamentali» all’interno dell’agenzia, per evitare che ciò accada di nuovo.

Riyad Mansour, l’ambasciatore palestinese presso le Nazioni unite, ha invitato tutte le nazioni occidentali a difendere l’agenzia e ha affermato al Consiglio di sicurezza che le misure per tagliare i fondi all’agenzia potrebbero equivalere a una punizione collettiva per il popolo di Gaza. Secondo le parole di Mansour, Israele «sta cercando di smantellare ogni ostacolo al suo piano di distruggere la Palestina e il popolo palestinese, di spostarli e rimpiazzarli con la forza, di prendere il pieno controllo dal fiume al mare, e di attuare la sua strategia suprematista e piani coloniali».

Hamas al Cairo

È atteso oggi al Cairo il leader di Hamas per un colloquio volto a discutere una proposta di tregua a Gaza. Come riportato dal Guardian, che cita una fonte anonima dell’Agence France-Presse, il gruppo starebbe rivedendo una proposta per un cessate il fuoco di sei settimane e il rilascio degli ostaggi a Gaza.

La proposta fa seguito ai colloqui svolti a Parigi tra i capi dell’intelligence di Israele, Stati Uniti ed Egitto, con il primo ministro del Qatar. Secondo la fonte, i mediatori internazionali avrebbero previsto un piano in tre fasi che inizierebbe con una sospensione temporanea dei combattimenti, necessaria per permettere agli aiuti di raggiungere la Striscia di Gaza. 

Sempre secondo quanto riportato dalla fonte, solo donne, bambini e uomini malati sopra i 60 anni trattenuti a Gaza verrebbero liberati durante la tregua di sei settimane.

Gaza

Continuano gli scontri e i bombardamenti aerei su Gaza. I combattimenti si concentrano in particolare nella città a sud della Striscia, Khan Younis, dove, secondo Israele, si nascondono i principali militanti di Hamas. Diversi attacchi sono stati registrati nelle aree vicine a Nasser e al Amal, i due principali ospedali della zona.

L’Idf ha pubblicato un messaggio su Telegram nel quale ha dichiarato di star continuando ad operare anche nel nord e nel centro di Gaza, eliminando decine di terroristi.

Il ministero della Sanità di Hamas a Gaza ha riferito che nell’ultima notte di attacchi sono state uccise 119 persone.

Fermati camion di aiuti umanitari per Gaza

Alcuni gruppi di israeliani hanno ostacolato la partenza di camion dal porto di Ashdod per impedire l’ingresso di aiuti umanitari a Gaza. I manifestanti protestano da giorni per il blocco degli aiuti a Gaza fino a quando Hamas non libererà i 136 ostaggi da loro trattenuti.

Il corrispondete del quotidiano Haaretz Eden Solomon ha preso parte alla protesta e ha dichiarato: «Giovedì mattina gli attivisti che protestavano contro il trasferimento di aiuti umanitari alla Striscia di Gaza hanno bloccato un importante incrocio sulla strada per il porto marittimo di Ashdod. La polizia ha bloccato l’ingresso dei veicoli nel porto per evitare che i manifestanti bloccassero il passaggio delle spedizioni di aiuti attraverso i valichi di frontiera».

Ha poi continuato aggiungendo che «diversi manifestanti hanno attaccato i camionisti arabi, imprecando e dicendo: "Io sono il padrone, tu sei lo schiavo"».

Nuovi attacchi nello Yemen

Nella mattina di giovedì l’esercito statunitense ha annunciato di aver effettuato attacchi contro dieci droni e una stazione di controllo a terra appartenente ai ribelli Houthi. «Rappresentavano una minaccia imminente per le navi mercantili e le navi della Marina americana nella regione», ha dichiarato il Commando combattente unificato delle forze armate degli Stati Uniti. Non è stato però specificato se i droni abbattuti fossero progettati per l’attacco o per la sorveglianza. 

Un missile terra-aria Houthi è stato inoltre intercettato e distrutto nella giornata di mercoledì dalle forze americane, ritenuto dal Centcom una minaccia per gli aerei statunitensi. Il luogo esatto dell’attacco non è stato precisato, ma è avvenuto «nelle aree dello Yemen controllate dagli Houthi», come riportato dal Centcom in un post su X. 

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