Mondo

I partiti dati per morti contano ancora qualcosa in politica estera

© CRISTIANO LARUFFA/LAPRESSE 08-07-2004 SEID DHAKEI PROVINCIA DHI QAR IRAQ SUD ESTERI MISSIONE ANTICA BABILONIA PATTUGLIAMENTO PER CONTROLLO DEL TERRITORIO OPERATO DAI LAGUNARI DEL REGGIMENTO SERENISSIMA
© CRISTIANO LARUFFA/LAPRESSE 08-07-2004 SEID DHAKEI PROVINCIA DHI QAR IRAQ SUD ESTERI MISSIONE ANTICA BABILONIA PATTUGLIAMENTO PER CONTROLLO DEL TERRITORIO OPERATO DAI LAGUNARI DEL REGGIMENTO SERENISSIMA
  • La politica italiana appare spesso come un’arena conflittuale nella quale i partiti sono in perenne contrasto tra loro. C’è però un ambito nel quale le cose vanno in modo assai diverso: la politica di difesa. Le decisioni, per esempio in materia di missioni militari, sono state quasi sempre adottate in modo bipartisan, in un clima di generale disinteresse.
  • Che ruolo giocano allora i partiti italiani in politica estera e di difesa? In che modo hanno votato in parlamento su questioni relative alla sicurezza internazionale? Quale fattore spiega le decisioni assunte: l’ideologia? Il contenuto specifico dei temi affrontati? O, semplicemente, il fatto di stare al governo o all’opposizione?
  • Che impatto hanno avuto – e hanno tuttora - i “partiti populisti” sulla politica estera italiana? Il breve “esperimento” del governo giallo-verde fornisce alcune utili risposte, tra retorica del cambiamento e sostanziale continuità nelle scelte.

Per continuare a leggere questo articolo