Gli apparati militari del Bangladesh hanno acquistato nel 2018 attrezzature di sorveglianza israeliane che possono essere utilizzate per monitorare i telefoni cellulari di centinaia di persone contemporaneamente. È quanto rivelato da un’inchiesta pubblicata da Al Jazeera.

L’accordo di vendita prevede una clausola di non divulgazione della notizia ed elenca come paese d’origine dei dispositivi l’Ungheria. Tuttavia, in alcune registrazioni nascoste, l’intermediario dell’operazione, un cittadino irlandese di Bangkok, afferma esplicitamente che provengono da Israele.

Le relazioni tra Bangladesh e Israele

In nessun modo la notizia sarebbe dovuta trapelare visto che il Bangladesh non ha relazioni diplomatiche con Israele, con cui sono vietate anche le attività commerciali. Ai cittadini bengalesi non è neanche permesso viaggiare nello stato ebraico. Misure rigide adottate per via dell’occupazione dei territori palestinesi, da sempre un’azione duramente condannata dalle autorità del Bangladesh, che tra l’altro non ha ancora riconosciuto ufficialmente l’esistenza dello stato di Israele.

Il documento di acquisto dei sistemi di monitoraggio era un accordo di facciata con società e aziende fittizie, ma che in realtà, secondo Al Jazeera, aveva due unici protagonisti: l'agenzia di intelligence militare del Bangladesh, il Directorate General of Forces Intelligence, e PicSix, una società con sede in Israele gestita da ex agenti dell'intelligence israeliana.

Le capacità dello spyware

I sistemi di spyware acquistati sono i P6 Intercept. Utilizzano una tecnologia IMSI-catcher e vengono spesso utilizzati dalle autorità per tracciare i manifestanti durante le proteste. Si tratta di strumenti molto invasivi. A dimostrazione della loro efficacia, gli israeliani avrebbero intercettato illegalmente chiamate effettuate in Ungheria.

Gli esperti del settore sono convinti che gli spyware siano in grado di tracciare contemporaneamente da 200 a 300 telefoni cellulari attraverso un unico ricevitore che riesce a intercettare i dispositivi presenti in una determinata area. La tecnologia è capace di individuare messaggi, telefonate e siti web, e addirittura sarebbe anche in grado di interferire con le comunicazioni modificando i messaggi di testo.

Dopo la pubblicazione dell’inchiesta, il ministro degli Esteri del Bangladesh, Abdul Momen, ha negato in un'intervista rilasciata alla Bbc che il paese abbia mai comprato attrezzature per l'intercettazione dei telefoni cellulari da Israele.

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