- Fino a oggi il commercio africano si muoveva sull’asse sud-nord, la struttura degli scambi è ancora plasmata sul modello coloniale e postcoloniale.
- L’accordo entrato in funzione il 1° gennaio 2021 (Afcfta) per creare la zona africana di libero scambio è il maggior tentativo fino a ora ideato per sciogliere tale nodo. Ora entro quindici anni sarà possibile per tutti gli stati commerciare con i vicini, e dazi e tariffe dovranno scomparire.
- L’accordo servirà a diversificare le economie africane, limitare gli effetti del debito estero, aprire all’industrializzazione e aumentare l’occupazione.
Uno dei ricorrenti problemi africani è l’esiguità del commercio interno nel continente (solo circa il 16 per cento del totale). La struttura degli scambi è ancora plasmata sul modello coloniale e postcoloniale: si muove sulla verticale sud-nord. Lo si nota anche nel trasporto delle persone: quasi tutte le linee aeree seguono la medesima direttrice e i collegamenti intra-africani sono scarsi e affidati a fragili compagnie locali, sovente poco raccomandabili. Frontiere aperte L’accordo entrat



