Il presidente americano, Donald Trump, avrebbe mentito sulle sue attività filantropiche. A dirlo è un articolo del New York Times che ha indagato sui conti legati al candidato repubblicano alle presidenziali che si terranno il 3 novembre. Trump ha infatti dichiarato di aver donato dal 2005, almeno 130 milioni di dollari, ma secondo il quotidiano, gran parte delle offerte non sono fuoriuscite dalle tasche dell’attuale presidente: 119,3 milioni di dollari, sono derivati da accordi per non costruire su dei terreni su cui, in diversi casi, aveva accantonato piani di sviluppo.  

Tre degli accordi, firmati da Trump, consistono, infatti, in quello che è conosciuto come conservation easement, una manovra legale molto usata dai ricchi americani che permette ai proprietari di terreni di mantenerne l'uso proteggendoli dallo sfruttamento ma ricevendo una deduzione fiscale pari al loro valore. La procura di New York ha aperto un’indagine su due di queste operazioni per accertare se il valore delle donazioni sia stato gonfiato per ottenere maggiori deduzioni fiscali. Un quarto accordo riguarda, invece, la donazione di una proprietà per un parco statale.

I conti non tornano

Nel 2015, quando Trump annunciò la sua candidatura per la Casa Bianca disse di aver donato oltre 102 milioni in beneficenza nei cinque anni precedenti. Ma le sue dichiarazioni fiscali dal 2010 al 2014 mostrano cifre molto inferiori: 753.238 dollari in cash e 26,8 milioni in conservation easement.

Inoltre, nel dicembre 2015, l’ex uomo di affari ha firmato un altro accordo del genere, per un valore di 21,1 milioni di dollari. Resta, comunque la possibilità, che il presidente repubblicano abbia scelto di non riportare le sue donazioni. Questa è infatti la versione di Amanda Miller, portavoce della Trump Organization secondo cui: «Il presidente Trump dà soldi privatamente ed è quindi impossibile conoscere quanto ha donato negli anni».    

La fondazione

La fondazione filantropica legata a Trump, creata nel 1988, ha dato milioni di dollari in beneficenza che erano in gran parte non erano soldi dell’attuale presidente che ha versato solo 5,4 milioni di dollari. Inoltre, il suo ultimo contributo risale al 2008.

La fondazione è stata costretta a chiudere nel 2018 dopo che la procura di New York aveva scoperto che i suoi fondi venivano usati per fini personali da Trump che ne aveva attinto per pagarsi spese legali e l'acquisto, fra gli altri, di un maxi ritratto di sé stesso.

Le precedenti inchieste

L’articolo sulle attività filantropiche di Trump è il secondo di un filone avviato dal New York Times sulle attività finanziare del presidente americano: nel primo pubblicato, tre giorni fa, il quotidiano americano ha detto di aver scoperto che un conto legato alla società, Trump International Hotels Management, e presente in una banca cinese ha pagato circa 188mila dollari di tasse nel paese asiatico fra il 2013 e il 2015. Si tratta di una cifra molto più alta rispetto a quella pagata da Trump al fisco americano nel 2016 e nel 2017 che è pari a circa 750 dollari.

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