Ciò che colpisce di più nella lettera di addio con cui Rupert Murdoch (92 anni) ha lasciato il timone dell’impero mediatico al figlio maggiore Lachlan (52), è la lamentela sul fatto che oggi i media sono compromessi con le élite: è la perfetta descrizione di tutto quello che ha fatto Fox News dalla sua fondazione a oggi.

La decisione di Murdoch di puntare tutto sui diritti della Nfl (National Football League) negli anni Novanta lo ha aiutato a costruire con successo un quarto concorrente televisivo per Cbs, Nbc e Abc nel competitivo mercato televisivo Usa.

Ma poi c’è stata la discesa in campo: Fox News ha messo nel cestino dei rifiuti l’informazione bipartisan e si è trasformata nel megafono di Donald Trump nella sua vittoriosa campagna presidenziale del 2016 contro Hillary Clinton, un rapporto proficuo per entrambi.

Trump alimentava lo share di Fox, mentre Fox creava l’immagine vincente di Trump così come era avvenuto in precedenza in terra britannica quando i media di Murdoch cambiavano i destini politici della conservatrice Margaret Thatcher o del laburista Tony Blair.

Una relazione reciprocamente vantaggiosa quella tra Trump e Fox News che si è interrotta dopo il voto del 2020 sullo sfondo delle aspre polemiche sulla copertura della rete delle elezioni e della rivolta a Capitol Hill.

Fox ha sposato acriticamente le tesi dei brogli elettorali sostenute da Trump al punto che recentemente ha deciso di risolvere una causa per diffamazione con Dominion Voting Systems per 787,5 milioni di dollari, il più grande accordo mai raggiunto da una società di media americana.

E ora Fox deve fronteggiare una causa simile intentata da Smartmatic, produttore di macchine elettorali, che chiede un risarcimento di 2,7 miliardi di dollari. Una situazione potenzialmente pesante per i conti di Fox News.

Una saga familiare che ha visto il figlio progressista James Murdoch dimettersi dagli incarichi del gruppo per contrasti sulla linea editoriale delle due società editoriali.

La vicenda delle relazioni tra Murdoch e Trump è emblematica di come il personaggio politico creato dal media possa prendere il sopravvento sul suo creatore.

Non a caso Murdoch detesta Trump, ma l’ha a lungo sostenuto per non perdere il pubblico trumpiano dell’”uomo dimenticato”. Ma poi Trump ha preso il sopravvento sul tycoon che lo aveva creato, trasformandolo in un propagandista della sua ideologia.

La domanda che si pongono oggi gli osservatori è se il figlio di Rupert Murdoch, Lachlan Murdoch, che diventerà a novembre l'unico presidente di News Corp e resterà come presidente e amministratore delegato di Fox, continuerà la linea del padre a favore di Trump o se la copertura politica di Fox diventerà più equilibrata in vista delle primarie repubblicane e delle elezioni alla Casa Bianca del 2024.

Fox News continua ad essere la rete di notizie via cavo al top negli Stati Uniti. La Borsa ha reagito bene: Fox Corp. (+3,17%) e News Corp. (+1 ,27%), sono risultati tra i titoli migliori sullo S&P 500, dopo che Rupert Murdoch ha annunciato che lascerà la presidenza dei due colossi mediatici.

Come ha titolato il Los Angeles Times: «L'indignazione ha alimentato l'ascesa dell'impero televisivo di Murdoch: un vantaggio per l'intrattenimento ma non per le notizie». Ora si tratta di vedere se Lachlan tornerà a una politica editoriale bipartisan che separi i commenti dalle notizie.

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