La Guerra fredda in corso tra Usa e Cina si sposta sul controllo dei porti europei. L’ultimo episodio di questa sfida tra le due superpotenze si è svolta in Portogallo. La gara internazionale per la costruzione di un nuovo terminal container nel porto portoghese di Sines, situato al crocevia degli interessi divergenti dei cinesi e degli americani in Europa, si è conclusa il 7 marzo senza alcuna proposta sebbene abbia raccolto l’interesse di ben 52 entità che avevano avuto accesso ai documenti di gara. Perché tanto interesse da parte degli operatori del settore? Perché il porto di Sines è il porto europeo più vicino al Canale di Panama e alle coste orientali americane ed è una tappa importante anche per l’iniziativa cinese “Belt and Road”. Il progetto di sviluppo verrà rilanciato «non appena l’andamento del mercato sarà più favorevole», ha detto in un comunicato il presidente dell’autorità di gestione del porto José Luis Cacho.

Ma dietro il rinvio c’è molto di più. Il porto di Sines, situato a un centinaio di chilometri a sud di Lisbona, è il più importante del Portogallo e ha suscitato l’interesse geopolitico sia dei cinesi sia degli americani. Il Portogallo, che ha ricevuto le prime consegne di gas naturale americano (Gnl) nell’Unione europea proprio a Sines nel 2016, è anche uno dei paesi europei più accoglienti per gli investimenti cinesi compreso il 5G di Huawei. Gli investitori cinesi sono diventati nel tempo e durante la crisi dei debiti sovrani dell’eurozona i maggiori azionisti delle principali società elettriche e di rete nazionali del paese lusitano.

La Singapore dell’ovest

Il porto potrebbe interessare Pechino nell’ambito del suo progetto infrastrutturale delle «nuove strade della seta», a cui Lisbona ha aderito con entusiasmo visto con una certa insofferenza a Bruxelles nel 2018. Tant’è che a settembre 2020 l’ambasciatore americano a Lisbona George Glass ha invitato il governo portoghese a «fare una scelta» tra le due potenze mondiali. L’ambasciatore Glass ha affermato, con toni forse eccessivamente entusiastici, che l’investimento proposto dagli Usa convertirà Sines in una «Singapore dell’ovest».

Washington da anni persegue il piano strategico di ridurre la dipendenza dalle importazioni di gas estero, in particolare russo, da parte della Ue. In questo quadro geostrategico sulle vie dell’energia Washington si oppone al raddoppio del gasdotto marittimo North Stream 2 tra la Germania della cancelliera al tramonto Angela Merkel e la Russia del presidente Vladimir Putin, tornato a essere il principale avversario della Nato in Europa e nelle regioni orientali in Ucraina. Il bando di gara per il nuovo terminal del porto di Sines lanciato nell’ottobre 2019 riguardava la costruzione e la concessione per 50 anni di un nuovo terminal container, per un investimento di 642 milioni di euro.

Se questo aspetto dello sviluppo del porto di Sines è ora rinviato a tempo indeterminato, sono già in corso i lavori di ampliamento del terminal esistente, grazie a un investimento di 661 milioni di euro che dovrà essere effettuato dall’attuale concessionario, il gruppo Psa di Singapore. A questi fondi privati si aggiungono 300 milioni di euro di investimenti pubblici per ammodernare il porto.

Il distretto dell’idrogeno

Il destino del secondo terminal del porto di Sines si intreccia con il programma green di sostegno a favore delle energie rinnovabili in Europa fortemente voluto da Recovery plan. Il Portogallo avrà «almeno due aree dell’idrogeno nei prossimi anni». La notizia è arrivata il 9 aprile direttamente dal segretario di stato all’Energia portoghese, João Galamba.

Secondo i media portoghesi la strategia del governo lusitano prevede la creazione di almeno due «distretti industriali» di questo tipo: uno nel porto di Sines, l’altro nel nord del Portogallo. Possibile? Secondo Filipe Costa, Ceo di Aicep Global Parques – la società statale che gestisce il complesso industriale Sines Zils – la creazione di Sines Hydrogen Valley «è già in corso e includerà più di 1 GW di produzione di elettricità rinnovabile da energia solare ed eolica e più di 1 GW di capacità di produzione di idrogeno verde da elettrolizzatori». L’idea è di trasformare il porto di Sines in un importante snodo energetico di Gnl e di idrogeno mentre i cinesi spingono per un ruolo del porto più tradizionale. Ecco perché è così importante per l’Europa la partita del porto di Sines.

 

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