Roma chiama, Bruxelles risponde. Non c’è solo Beppe Sala: il nuovo soggetto politico “Facciamo Eco” di Rossella Muroni, Alessandro Fusacchia e Lorenzo Fioramonti potrà contare sui quattro eurodeputati in fuga dal Movimento 5 Stelle che lo scorso dicembre avevano rinfoltito le fila dei Verdi al Parlamento europeo. La ricostituzione dei Verdi come interlocutore credibile sullo scenario politico italiano passa anche da Bruxelles e dai dissidenti grillini, che spingono per avere un ruolo nel processo. Con un occhio agli scontenti del M5S di domani.

«L’operazione Rossella Muroni ha ovviamente la regia dei Verdi europei ed entra in un discorso più ampio in cui ci siamo anche noi», spiega Ignazio Corrao, che insieme ai suoi colleghi Eleonora Evi, Piernicola Pedicini e Rosa D’Amato aveva trovato rifugio nel gruppo europarlamentare Verde dopo due anni da separati in casa con un movimento che non hanno sentito più loro dalla svolta “governista”.

Gli ex-grillini europei vorrebbero proprio portare quella parte di delusi del M5S a guardare con interesse a questo nuovo soggetto politico. Creare ponti, insomma, con chi crede davvero alle istanze ambientaliste per svolgere una funzione politica che, secondo Corrao, il M5S e il PD hanno esaurito, lasciando orfano un grande pezzo di elettorato.

L’iniziativa di “Facciamo Eco” non è dunque isolata ma rientra in un disegno più grande che ha la benedizione del Partito verde europeo. Il sostegno che arriva da Bruxelles e la scelta di campo del sindaco di Milano si uniscono come tessere del puzzle verde i cui contorni iniziano a intravedersi nitidamente. Per l’eurodeputato Eleonora Evi, la decisione di Sala è coraggiosa e giunge come un’opportunità che bisogna assolutamente cogliere. «Se una persona dello spessore di Sala pone al centro delle sue scelte la questione ambientale significa che abbiamo la possibilità di realizzare concretamente il cambiamento che vogliamo vedere», ha commentato la notizia.

Ai Verdi europei piace soprattutto quello che le operazioni Muroni e Sala potrebbero innescare: permettere a quell’onda verde che ha già stravolto il panorama politico europeo di arrivare anche in Italia, dove finora ha stentato. La parola chiave è “sfondare” e cioè raggiungere numeri significativi sia in termini di presenza sui territori che di consenso elettorali, come avviene in Germania e in Belgio. Un nuovo soggetto politico che non sia in competizione con i Verdi italiani e che riconosca il loro lavoro storico, insomma. Ma che alzi l’asticella.

Galeotta fu la PAC

Ad avvicinare Rossella Muroni ad Eleonora Evi, uno degli ex-deputati grillini, era stata proprio quella comunanza di intenti sulla riforma Politica agricola comune (PAC), l’elefantiaco sistema di sussidi agli agricoltori europei che portò alla rottura con la delegazione 5 stelle a Bruxelles. Già sabato 13 marzo ci sarà la prima iniziativa comune: Muroni ed Evi presenteranno insieme il manifesto “Un’Altra PAC è possibile” per denunciare l’impossibilità di raggiungere gli obiettivi del Green Deal con la riforma PAC attualmente in discussione.

«Partiamo dalla PAC per far vedere che c’è un pezzo di Italia che non la pensa come la Bellanova e che in Europa avrebbe voluto vedere qualcosa di diverso», dice Evi. L’ex ministro di Italia Viva, che aveva votato a favore di una riforma criticata dai Verdi, è stata rimpiazzata da un grillino, Stefano Patuanelli. Tuttavia, l’eurodeputato verde non si aspetta un cambio di passo: «Se Patuanelli si ricordasse delle sue origini dovrebbe avere il coraggio di cambiare quel ministero. Ma è vero che le origini del M5S se le sono scordate un po’ tutti».

Adelante con juicio

Da parte dei quattro eurodeputati ex-grillini arriva, per il momento, un sostegno in quanto Greens europei. Ma i lavori per passare da “eurodeputati italiani Verdi” a “eurodeputati Verdi italiani” sono in fase avanzata. Il rischio che non si vuole correre è far passare il tutto come una mossa politica, un mero smottamento di natura parlamentare. Il soggetto “Facciamo eco” deve essere un primo passo di tanti che vanno fatti in una certa direzione coinvolgendo la società civile e i giovani, andando oltre il concetto esclusivo di ambientalismo.

«L’intenzione di rappresentare in Europa un movimento Verde italiano c’è e mi auguro possa accadere», dice Evi. «Sicuramente partecipiamo al processo, altrimenti saremmo scollegati dalla realtà», gli fa eco Corrao. Ma con l’obiettivo di offrire delle figure politiche già presenti nelle istituzioni a un movimento che nasca dal basso e che metta assieme tutte le varie realtà ambientaliste italiane, dai Verdi a soggetti nuovi come i giovani dei Fridays.

E il M5S resta al palo

Intanto, nel M5S il lungo tira e molla sull’ingresso nei Verdi europei sembra esser stato definitivamente accantonato in seguito al recente interesse per il gruppo socialista all’Europarlamento. Una mossa del genere sigillerebbe la partnership con il PD anche a livello nazionale ed era auspicata da Nicola Zingaretti prima delle sue dimissioni. L’alleanza con i grillini non troverebbe però un alleato in Enrico Letta, candidato a segretario del partito.

Il capogruppo dei socialisti all’Europarlamento Iratxe Garcia ha detto che sono aperti «a forze progressiste in qualsiasi forma», ma che devono tenere in considerazione il parere del PD. In soldoni: è una questione di politica nazionale, sbrigatevela voi.

Qualora anche la porta “rossa” restasse chiusa, non si riaprirebbe quella “verde”. I Verdi hanno scelto un’altra strada, fanno sapere dal M5S. Il nuovo movimento di Conte vorrebbe inoltre rinforzare i contatti con il Club Med, sfruttando la popolarità dell’ex premier dopo le trattative sul Recovery Fund e la vittoria sui frugali del luglio scorso. In quest’ottica, la scarsa presenza dei Verdi nei Paesi mediterranei sarebbe considerata penalizzante.

Ma la frattura tra M5S e Verdi è diventata definitiva con la fuga dei 4 dissidenti. Amici come prima, voteranno spesso insieme, ma resta la maretta per un comportamento considerato poco leale che ha chiuso definitivamente quel capitolo.

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