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Il risveglio del cyber dragone

Dopo qualche anno di tregua apparente, la Cina torna a essere sotto accusa per gli attacchi informatici. Gli Stati Uniti sostengono che gli hacker cinesi agiscono per la corsa industriale cinese, l’Ue attiva misure restrittive contro cittadini e società cinesi. Lo scontro tecno-commerciale tra Pechino e Washington produce una escalation e aumenta i rischi di conflitto.

  • Il Consiglio europeo ha imposto misure restrittive contro sei persone e tre entità responsabili di attacchi informatici. Tra questi, cittadini e società cinesi accusati di una campagna di cyberspionaggio industriale.
  • Gli Usa hanno incriminato altri hacker cinesi per il furto di segreti commerciali da aziende hi-tech, della difesa e farmaceutiche. Un report ha evidenziato il saccheggio informatico dell’industria dei semiconduttori a Taiwan.
  • Lo scontro tecno-commerciale tra Cina e Usa sta risvegliando il conflitto nel cyberspazio. Per gli americani gli hacker cinesi sarebbero funzionali alla corsa industriale del Paese, resa urgente dal rischio di essere tagliati fuori da forniture strategiche.

A fine luglio per la prima volta l’Unione europea ha imposto delle misure restrittive in conseguenza di cyberattacchi. La scelta delle entità sanzionate è per questo interessante. Ci sono alcuni nordcoreani e russi, presunti responsabili di due infezioni malevole molto note e distruttive, Wannacry e NotPetya, già da tempo presi di mira dal dipartimento di Giustizia americano. E poi ci sono tre soggetti (una società, due hacker cinesi) accusati di essere parte di una vasta campagna di cyberspion

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