Da tre settimane Shahar Snorman e la moglie sono tornati a vivere a Kfar Aza, fra le abitazioni dei vicini trucidati da Hamas il 7 ottobre. Il villaggio fantasma è stato evacuato, ma nessuno ha il coraggio di obiettare alla loro scelta. «Spero che si trovi un modo per vivere in pace: è l'unica ragione per cui vivo qui», dice il 62 enne
Shahar Snorman, 62 anni, è l’unico civile che attualmente risiede a Kfar Aza, un kibbutz di 950 persone fra le località più colpite dall’attacco palestinese del 7 ottobre. Lo trovi seduto sulla sua seggiola da campeggio in veranda insieme alla moglie Ayelet, entrambi decisi a ignorare le disposizioni dell’esercito che ha decretato il villaggio “zona militare chiusa”. Nessuno ha il coraggio di obiettare alla loro scelta. Tutti gli altri membri della comunità sono morti, rapiti, o sfollati in zone



