I manager dell’impeachment alla Camera hanno chiesto alll’ex presidente americano, Donald Trump, di testimoniare entro giovedì prossimo sull’assalto al Congresso commesso dai suoi sostenitori il 6 gennaio. Trump è accusato di avere causato l’insurrezione con il suo comizio tenuto quel giorno. Nel suo discorso, l’allora presidente uscente aveva ancora una volta accusato il presidente americano, Joe Biden, di avere commesso brogli elettorali durante le presidenziali del 3 novembre e aveva aizzato la folla contro il Congresso intento a eleggere formalmente Biden come presidente.

L’insurrezione aveva causato la morte di cinque persone tra cui un agente e Trump era stato criticato per avere ripetuto anche successivamente le accuse di brogli. L’azione aveva visto il coinvolgimento di diversi gruppi estremisti come i Proud Boys che il Canada ha incluso il 3 febbraio nella lista dei gruppi terroristi.

Le due posizioni in campo

La questione dell’impeachment contro Trump rimane divisiva per la politica americana. Se i democratici hanno fin da subito deciso di votare a favore, guidati dalla speaker della Camera, Nancy Pelosi, i repubblicani non sembrano intenzionati a fare altrettanto. Molti membri del Great Old Party hanno riconosciuto Trump come incitatore della protesta, ma ritengono che ora sia tempo di voltare pagina e non accanirsi sulla vicenda. Una posizione che la legislatrice democratica Alexandria Ocasio Cortez ha definito simile «alle tattiche utilizzate dagli abusatori» per coprire i loro reati.

La situazione che rischia di ripetersi è quindi la stessa del 2020, anno del primo impeachment di Trump. In quell’occasione l’allora presidente era accusato di avere chiesto al suo omologo ucraino di incriminare Biden, all’epoca dei fatti candidato alle primarie democratiche. L’impeachment fu approvato dalla Camera già controllata dai democratici, ma si arenò al senato dove i repubblicani erano la maggioranza. Quest’anno anche il senato è sotto il controllo dei democratici, ma i numeri non sono tali da permettere l’approvazione della messa in stato d’accusa di Trump e i repubblicani non sembrano per ora volere essere della partita. 

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