La morte dei tre ostaggi israeliani nel quartiere di Shejaiya, a Gaza City, da parte di fuoco amico ha suscitato una forte indignazione e proteste in Israele.

Un gruppo che rappresenta le famiglie degli ostaggi ancora in mano ad Hamas si è riunito in una manifestazione pubblica e ha stilato un comunicato in cui si chiede ai leader israeliani di garantirne il rilascio.

Voci di forte critica si sono alzate in Israele contro il premier Benyamin Netanyahu per non aver annunciato lui in prima persona l'uccisione dei 3 ostaggi israeliani da parte dell'esercito.

In passato, in casi simili, è sempre stato il premier ad annunciare ad Israele quanto era successo. Non solo. «Il 7 ottobre questa assurda strategia di Netanyahu di "usare” Hamas in chiave anti Olp per evitare veri negoziati di pace è miseramente crollata», ha detto l'ex premier israeliano Ehud Barak all'Osservatore Romano, esprimendo «viva preoccupazione per il futuro della democrazia in Israele, che è in serio pericolo».

Secondo l'esercito israeliano i tre ostaggi uccisi dai soldati erano a torso nudo e avevano innalzato un bastone con una stoffa bianca e le truppe li hanno visti come una minaccia e non «hanno seguito le regole d'ingaggio», sparando ai primi due e colpendo anche il terzo nonostante chiedesse soccorso in ebraico. Sono ancora un centinaio gli ostaggi in mano ad Hamas.

Il tragico errore ha mosso le acque sul fronte dei negoziati sugli ostaggi. Secondo il Wall Street Journal si sono incontrati a Oslo il direttore del Mossad, David Barnea, e il primo ministro del Qatar Mohammed bin Abdulrahman al Thani, per la ripresa delle trattative per il rilascio degli ostaggi in cambio di una tregua e la liberazione di prigionieri palestinesi da parte delle autorità israeliane.

Da notare che sinora gli israeliani sono riusciti a liberare un solo ostaggio vivo in operazioni militari, una soldatessa, mentre sembra siano morti almeno una decina di ostaggi sotto i bombardamenti e tutti gli altri sono stati liberati solo grazie alla mediazione del Qatar.

Se prendiamo in considerazione questo incidente, appare evidente che Netanyahu ritiene che la loro liberazione si possa ottenere solo con la pressione militare e la distruzione di Hamas e solo in un secondo momento con il negoziato.

Posizione criticata dai famigliari degli ostaggi e da gran parte della società israeliana. Il premier ritiene così di potersi ritagliare uno spazio politico per la sua sopravvivenza alle prossime elezioni.

Yair Rosenberg ha scritto sul periodico americano The Atlantic che Netanyahu si è abilmente destreggiato con successo tra diversi presidenti democratici facendo alla fine quello che ha sempre voluto, ma ora Biden sta cercando di cambiare la situazione.

«Biden – ha scritto Rosemberg - ha capito che la posizione di Netanyahu è precaria. La sua coalizione di governo ha ricevuto solo il 48,4 per cento dei voti e ha preso il potere solo per una stranezza del sistema elettorale israeliano».

Usa sempre più frustrati

Il consigliere per la sicurezza nazionale del presidente Joe Biden, Jake Sullivan, ha portato un messaggio a Israele giovedì e venerdì per ridurre la campagna e passare a operazioni più mirate contro i leader di Hamas.

Durante la visita, i funzionari israeliani hanno sottolineato pubblicamente che avrebbero continuato la guerra fino a quando non avessero sradicato Hamas. Washington sembrava riconoscere il disaccordo, poiché Sullivan aveva affermato che la tempistica era oggetto di «intensa discussione» tra gli alleati.

Sabato le forze israeliane hanno bombardato obiettivi come scuole-basi e altre strutture civili, compreso un edificio della Ymca, (Young Men's Christian Association; Associazione Cristiana dei Giovani) con decine di palestinesi uccisi o feriti, nonostante il rinnovato appello degli Stati Uniti a ridurre i tempi della campagna e di concentrarsi solo sulla caccia sui leader di Hamas.

La parrocchia latina di Gaza è stata attaccata. I cecchini hanno sparato e ci sarebbero due morti e cinque feriti. Una religiosa è rimasta ferita alla gamba.

Poi tutto il complesso della Sacra Famiglia è stato circondato e le operazioni militari sono arrivate proprio a ridosso. Secondo le autorità sanitarie di Gaza sono state uccise quasi 19mila persone, tra i quali 90 giornalisti e da ultimo un cameramen di Al Jazeera, la tv dei qatarioti. E così tutto torna a ruotare sul Qatar e le sue capacità di mediazione.

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