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In Israele sale la pressione per la ripresa dei negoziati per liberare gli ostaggi

La morte dei tre ostaggi israeliani nel quartiere di Shejaiya, a Gaza City, da parte di fuoco amico ha suscitato forti proteste in Israele. Gli ostaggi erano a torso nudo e avevano innalzato un bastone con una stoffa bianca: le truppe non hanno rispettato le regole d’ingaggio. Incontro a Oslo fra il direttore del Mossad e il primo ministro del Qatar

  • La morte dei tre ostaggi israeliani nel quartiere di Shejaiya, a Gaza City da parte di fuoco amico ha suscitato una forte indignazione e forti proteste in Israele, con un gruppo che rappresenta le famiglie degli ostaggi ancora in mano ad Hamas che si è riunito in una manifestazione pubblica e ha stilato un comunicato in cui si chiede ai leader israeliani di garantirne il rilascio.
  • Voci di forte critica si sono alzate in Israele contro il premier Benyamin Netanyahu per non aver annunciato lui in prima persona l'uccisione dei 3 ostaggi israeliani da parte dell'esercito. In passato, in casi simili, è sempre stato il premier ad annunciare ad Israele quanto era successo.
  • Secondo l'esercito israeliano i tre ostaggi uccisi dai soldati erano a torso nudo e avevano innalzato un bastone con una stoffa bianca e le truppe li hanno visti come una minaccia e non “hanno seguito le regole d'ingaggio” sparando ai primi due e colpendo anche il terzo nonostante chiedesse soccorso in ebraico.

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