«Sono riusciti a prendere il corpo e la dignità di Indi, ma non potranno mai prendere la sua anima», ha detto il padre Dean. A nulla è valsa la decisione del governo italiano di concederle la cittadinanza per ricevere le cure a Roma
La neonata britannica Indi Gregory, affetta da una grave patologia mitocondriale, a cui il 6 novembre il governo Meloni ha concesso la cittadinanza per consentirle di essere curata in Italia è morta. A dare l’annuncio è il padre Dean: «Mia figlia è morta, la mia vita è finita all’1.45», ha detto a Lapresse. «Io e mia moglie Clare siamo arrabbiati, affranti e pieni di vergogna» ha aggiunto. «Il servizio sanitario nazionale e i tribunali non solo le hanno tolto la possibilità di vivere, ma le hanno tolto anche la dignità di morire nella sua casa. Sono riusciti a prendere il corpo e la dignità di Indi, ma non potranno mai prendere la sua anima».
Lunedì scorso il Consiglio dei ministri si era riunito in sessione straordinaria per concedere la cittadinanza italiana a Indi Gregory. L’obiettivo era quello di concederle la possibilità di ricevere cure a Roma, dopo l’offerta dell’ospedale Bambin Gesù.
Sul caso si è espressa anche la presidente del Consiglio Giorgia Meloni che su X ha scritto: «Abbiamo fatto tutto quello che potevamo, tutto il possibile. Purtroppo non è bastato. Buon viaggio piccola Indi».
Cosa è accaduto
In settimana è continuata la lunga battaglia legale per riuscire a portarla in Italia. Venerdì 10 novembre le corti del Regno Unito avevano disposto lo stop ai trattamenti che la tenevano in vita. Per i dottori del Queen’s Medical Centre di Nottingham dove era ricoverata la malattia era terminale. Dopo la decisione della corte, la neonata è stata trasportata nel fine settimana in un hospice prima di ricevere cure palliative per alleviare le sue sofferenze.
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