Una forte scossa di magnitudo 6.2 è stata registrata nell’isola Sulawesi in Indonesia. Secondo un primo bilancio sarebbero almeno 81 i morti e oltre 600 i feriti. La maggior parte delle vittime si sono registrate nel capoluogo Mamuju. Sono oltre duemila gli sfollati secondo la protezione civile. Molte le persone intrappolate nelle macerie, tra gli edifici che sono crollati ci sono anche un ospedale e gli uffici governativi. I media locali hanno riferito che almeno sei pazienti e le loro famiglie sono rimasti intrappolati all’interno dell'ospedale Mitra Manakarra nella città di Mamuju.

«Stiamo cercando di mettere in salvo le persone che erano nella sede degli uffici del governatore», ha riferito il segretario del governatore locale, Muhammad Idris.

Le forniture di elettricità sono andate in tilt, anche alcune strade e ponti sono stati danneggiati ostacolando le operazioni di soccorso. Il professore Dwikorita Karnawati, dell’agenzia meteorologica del Bmkg, in una conferenza stampa online ha allertato la popolazione sul pericolo tsunami consigliando di spostarsi nelle parti più alte dell’Isola. «C'è il potenziale rischio di uno tsunami dovuto a successive scosse di assestamento» ha detto.

La potente scossa è stata registrata all'1:28 ora locale, con l’epicentro a sei chilometri dal distretto di Majene a una profondità di dieci chilometri. Nel pomeriggio di ieri c’era stata già una precedente scossa di magnitudo 5.9. L’Isola si trova a cavallo del cosiddetto "anello di fuoco" del Pacifico, un arcipelago indonesiano ad alta attività tettonica regolarmente colpito da terremoti.

I precedenti

Nel 2018, un devastante terremoto e uno tsunami di magnitudo 6,2 ha colpito la città di Palu, più a nord, uccidendo migliaia di persone. Nel dicembre 2004, un terremoto di magnitudo 9,1 al largo dell'isola di Sumatra ha scatenato uno tsunami che ha colpito le zone costiere dell'Indonesia, dello Sri Lanka, dell'India, della Thailandia e di altri nove paesi, uccidendo più di 230.000 persone.

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