L'ambasciatore degli Stati Uniti al Palazzo di vetro, Michael Waltz, ha convocato i membri eletti del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite - rappresentanti di Algeria, Danimarca, Grecia, Guyana, Pakistan, Panama, Repubblica di Corea, Sierra Leone, Slovenia e Somalia a cui ha presentato la risoluzione per la Striscia di Gaza
L'ultima salma restituita da Hamas all'esercito israeliano, tramite la Croce Rossa internazionale, appartiene a uno di due ostaggi stranieri rapiti il 7 ottobre del 2023. La sua identità non è ancora nota. Nel frattempo proseguono le trattative dell’amministrazione Trump sulla nuova governance di Gaza e una prima bozza di risoluzione è stata presentata ai membri del Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite mentre Hamas cerca invece di trovare una via sicura per i suoi miliziani dentro la Striscia.
PUNTI CHIAVE
15:33
L'esercito israeliano avvia raid contro Hezbollah nel sud del Libano
09:00
Gli Usa presentano la risoluzione su Gaza ai membri del Consiglio di sicurezza dell'Onu
08:28
L'ultimo corpo consegnato da Hamas è di un ostaggio straniero
Scoperto a Vienna un deposito di armi che si ritiene collegato ad Hamas
I servizi segreti austriaci hanno scoperto a Vienna un deposito di armi che si ritiene sia collegato al gruppo militante palestinese Hamas e destinato a “possibili attacchi terroristici in Europa”. Lo ha dichiarato il governo dell'Austria. Un cittadino britannico di 39 anni non identificato, che avrebbe “stretti legami con il deposito di armi”, è stato arrestato lunedì a Londra. “Stando allo stato attuale delle indagini, gli obiettivi di questi attacchi sarebbero stati probabilmente istituzioni israeliane o ebraiche in Europa”, ha affermato il ministero dell'Interno. Il deposito di armi e il sospettato facevano parte di un'indagine coordinata a livello internazionale dalla Direzione per la sicurezza dello Stato e i servizi segreti (DSN) del Paese “su un'organizzazione terroristica globale legata ad Hamas”. Nel corso delle indagini, il ministero ha dichiarato che i suoi servizi segreti hanno scoperto “il sospetto che un gruppo abbia introdotto armi in Austria per utilizzarle in possibili attacchi terroristici in Europa”. Il deposito di armi è stato scoperto in una valigia in un magazzino in affitto a Vienna e conteneva cinque pistole e 10 caricatori.
Netanyahu: "Hamas sarà eliminato con le buone con le cattive"
Hamas sarà disarmato, con le buone o con le cattive. Il premier israeliano Benjamin Netanyahu è tornato a ribadirlo oggi. "Come ha detto il presidente americano Donald Trump, il disarmo e l'eliminazione di Hamas saranno realizzati, nel modo piu' facile attraverso la forza internazionale o nel modo più difficile attraverso di noi", ha sottolineato citato da al Jazeera.
L'esercito israeliano avvia raid contro Hezbollah nel sud del Libano
Le Forze di Difesa israeliane (Idf) hanno avviato un'ondata di attacchi aerei contro obiettivi di Hezbollah nel Libano meridionale. Gli attacchi sono stati effettuati dopo che le Idf hanno emesso avvisi di evacuazione per i siti di Aita al-Jabal, Al-Taybeh e Tir Daba, nel sud del Libano. Lo riporta Ynet, citando un aggiornamento del colonnello Avichay Adraee, portavoce delle Idf per la lingua araba
Tajani: "Bisogna passare dalla prima alla seconda fase"
"Il nostro obiettivo è quello di far in modo che la pace si possa rinforzare, c'è questo cessate il fuoco per trasformare la tregua in una vera pace, ora bisogna passare dalla prima alla seconda fase". Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani guardando al futuro del Medio Oriente mentre a Roma il presidente dell'Autorità nazionale palestinese Abu Mazen è stato ricevuto dal Papa. "Aspettiamo che in fretta Hamas restituisca tutti gli ostaggi che sono morti e poi bisogna procedere con una situazione diversa che permetta di rinforzare la situazione attuale". L'Italia, ha ribadito, è pronta fare la sua parte, e "già in questi giorni una delegazione italiana con l'inviato speciale per Gaza Bruno Archi è stata in Palestina, è stata in Israele, è stata in Giordania, è stata in Egitto e sta lavorando proprio per vedere come poter essere presenti con gli altri Paesi". "Vedremo come si concretizzerà la presenza italiana, siamo sempre disposti a incrementare la presenza dei nostri carabinieri, sia Rafah sia Gerico con la formazione, e possiamo pensare anche all'ipotesi di formare la polizia palestinese anche in Giordania, si può valutare anche in Egitto, vedremo". Per Tajani l'importante è che "siamo già a una fase concreta di dialogo".
Ben Gvir sfratta una comunità palestinese del Negev
Nuova sortita mediatica del ministro israeliano della Sicurezza Nazionale, Itamar Ben Gvir, che questa mattina è andato di persona nel deserto meridionale del Negev per consegnare ai membri di una comunità beduina un ordine di demolizione delle loro case. "Ciò che è illegale viene distrutto!", ha scritto Ben Gvir nel suo canale Telegram, con le immagini della visita a un desolato insediamento di baracche di lamiere. Circondato da decine di agenti della sua sicurezza il ministro, che vive in un insediamento illegale in Cisgiordania, affronta un uomo inerme che tenta di spiegargli la situazione della sua comunità. "È una chiara manifestazione del terrorismo organizzato e dell'arroganza praticata dal governo di occupazione, sponsor dell'estremismo e dell'oppressione in tutte le sue forme", si legge in un comunicato diffuso da Hamas. Dura la reazione di Hamas. Il gruppo islamista ha denunciato le vessazioni del governo israeliano nei confronti delle comunitaàbeduine, con "ricatti" e "minacce", in quello che costituisce "un ulteriore passo nella catena della persecuzione sistematica e della discriminazione razziale". Gli islamisti hanno chiesto alla comunità internazionale di intervenire e fermare questi piani di demolizione e allo stesso popolo palestinese di essere solidale con le comunità beduine del Negev e di mettere in atto "azioni popolari e legali" per contrastare i tentativi di "sfollamento forzato". Il deserto del Negev, nel sud di Israele, ospita numerose comunità di arabi beduini che, dopo la nascita dello Stato di Israele nel 1948, si insediarono nel sud della Cisgiordania. Da allora, hanno subito vessazioni più o meno pesanti e frequenti ordini di demolizione delle loro abitazioni
Netanyahu ha ricevuto il ministro degli Esteri del Singapore
Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, e il ministro degli Esteri, Gideon Sa'ar, hanno tenuto incontri separati oggi con il capo della diplomazia di Singapore, Vivian Balakrishnan, incoraggiando forti legami bilaterali con l'isola del Sud-est asiatico. Lo hanno riferito entrambi gli uffici di Netanyahu e Sa'ar. Secondo quanto riportato, il premier israeliano ha elogiato la "storica amicizia di Israele con Singapore", esprimendo la sua volontà di "continuare a promuovere i nostri obiettivi condivisi di prosperità', pace e sicurezza". Dal canto suo, in un post su X, il ministro degli Esteri israeliano ha fatto sapere di aver discusso con l'omologo singaporiano "la situazione in Medio Oriente, le sfide diplomatiche e di sicurezza di Israele, e le relazioni tra i nostri Paesi". Sa'ar ha aggiunto di aver ringraziato Balakrishnan per la "decisione responsabile" di Singapore di non riconoscere uno Stato palestinese prima dell'80ma sessione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite a settembre scorso, affermando che "l'unica via ora" è il piano del presidente statunitense, Donald Trump, per la pace nella Striscia di Gaza. A settembre scorso, Balakrishnan aveva annunciato che Singapore avrebbe imposto sanzioni mirate ai leader dei gruppi di coloni israeliani, invitando il governo di Tel Aviv "a cessare la costruzione e l'espansione degli insediamenti", ma non avrebbe riconosciuto uno Stato palestinese in quanto necessaria "una soluzione negoziata" per raggiungere una soluzione a due Stati.
Al centro del colloquio tra il papa Abu Mazen la soluzione dei due stati
Nella mattinata di oggi, papa Leone XIV ha ricevuto in Udienza, nel Palazzo Apostolico Vaticano, Mahmoud Abbas, Presidente palestinese, in concomitanza con il 10° anniversario dell'Accordo Globale tra la Santa Sede e lo Stato di Palestina (26 giugno 2015). "Durante il cordiale colloquio, - spiega il Vaticano - è stata constatata l'urgenza di prestare soccorso alla popolazione civile a Gaza e di porre termine al conflitto, perseguendo la prospettiva della soluzione a due Stati".
Identificato il corpo dell'ostaggio consegnato da Hamas
Le autorità israeliane hanno identificato come Joshua Lotilu Mollel, un cittadino della Tanzania, il corpo consegnato ieri sera dal movimento islamista palestinese Hamas nell'ambito dell'accordo di cessate il fuoco e scambio di prigionieri. In una nota pubblicata su X, le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno reso noto che "a seguito del completamento del processo di identificazione da parte dell'Istituto nazionale di medicina legale, in collaborazione con la Polizia israeliana e il Rabbino militare capo, i rappresentanti delle Idf hanno informato la famiglia di Joshua Lolitu Mollel che il corpo è stato restituito per la sepoltura". Mollel, prosegue la nota, "era uno studente di agronomia giunto in Israele per un tirocinio agricolo presso il campus agricolo di Ibim, nell'ambito dei suoi studi". Secondo le informazioni e i dati d'intelligence a disposizione delle Forze di difesa israeliane, il cittadino della Tanzania "è stato ucciso dall'organizzazione terroristica Hamas il 7 ottobre 2023 e il suo corpo è stato portato nella Striscia di Gaza". Mollel, che aveva 21 anni al momento della morte, era stato rapito nel kibbutz Nahal Oz, dove lavorava, e il suo decesso è stato ufficialmente accertato il 13 dicembre 2023. Le forze armate hanno "espresso profondo cordoglio alla famiglia", sottolineando che continuano a "impegnarsi per il rimpatrio di tutte le vittime sequestrate, restando pronta a proseguire l'attuazione dell'accordo". Le Idf hanno infine esortato Hamas "a rispettare la propria parte dell'intesa e a compiere gli sforzi necessari per restituire tutti gli ostaggi alle loro famiglie e garantire loro una sepoltura dignitosa"
Katz ha ordinato alle Idf di trasformare il confine con l'Egitto in zona militare chiusa
Il ministro della Difesa di Israele Israel Katz ha ordinato alle Idf di trasformare l'area al confine con l'Egitto in ''una zona militare chiusa'' e ha ''modificato le regole di ingaggio'' consentendo così ai militari di sparare a qualsiasi soggetto non autorizzato tenti di entrare nel paese. Le Idf, ha spiegato Katz, sono quindi autorizzate a "colpire qualsiasi oggetto o persona non autorizzata che si infiltri nell'area'' e quindi a limitare le azioni degli ''operatori di droni e i contrabbandieri". Katz ha quindi affermato che il capo del servizio di sicurezza Shin Bet, David Zini, lavorerà per classificare il contrabbando tramite droni oltre confine come una "minaccia terroristica". In una nota, il ministro della Difesa israeliano ha dichiarato che "il contrabbando di armi tramite droni fa parte della guerra a Gaza e ha lo scopo di armare i nostri nemici. Dobbiamo prendere tutte le misure necessarie per fermarlo".
Gli Usa presentano la risoluzione su Gaza ai membri del Consiglio di sicurezza dell'Onu
L'ambasciatore degli Stati Uniti al Palazzo di vetro, Michael Waltz, ha convocato i membri eletti (E10) del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite - rappresentanti di Algeria, Danimarca, Grecia, Guyana, Pakistan, Panama, Repubblica di Corea, Sierra Leone, Slovenia e Somalia a cui ha presentato la risoluzione per la Striscia di Gaza. Lo fa sapere la rappresentanza diplomatica Usa all'Onu, aggiungendo che all'incontro hanno partecipato anche il Qatar, il Regno dell'Arabia Saudita, la Turchia e gli Emirati Arabi Uniti, "dimostrando sostegno regionale alla risoluzione al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite su Gaza". La risoluzione "accoglie con favore il Consiglio di pace e autorizza la Forza di stabilizzazione internazionale delineata nel piano di pace a Gaza in 20 punti del presidente Trump, che prevede aiuti umanitari continui e il rilascio di tutti gli ostaggi, aprendo la strada a una Gaza più sicura e prospera".
L'ultimo corpo consegnato da Hamas è di un ostaggio straniero
L'ultima salma restituita da Hamas all'esercito israeliano, tramite la Croce Rossa internazionale, appartiene a uno di due ostaggi stranieri rapiti il 7 ottobre del 2023. Lo scrivono i media israeliani precisando che il nome dell'ostaggio deceduto non è ancora stato reso noto dalle autorità. Nella Striscia di Gaza restano al momento ancora le salme di sei ostaggi deceduti, ricorda il Times of Israel.
Hamas continua le mediazioni per garantire un passaggio sicuro dentro Gaza ai suoi miliziani
Hamas è in trattative con i mediatori (Egitto, Qatar e Turchia) riguardo al passaggio sicuro dei propri combattenti rimasti intrappolati nei tunnel di Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, ad est della Linea gialla. A riferirlo è una fonte dello stesso gruppo palestinese, citata dal quotidiano panarabo di proprietà saudita "Asharq al Awsat". L'esponente di Hamas ha aggiunto che Israele sta tentando di fuorviare l'opinione pubblica facendo trapelare attraverso i propri media informazioni sull'eventuale concessione di un passaggio sicuro ai miliziani rimasti nei tunnel di Rafah, nella parte sotto il controllo delle Forze di difesa israeliane
Gli Usa discutono del piano per Gaza insieme ai palestinesi
L'ambasciatore americano all'Onu, Mike Waltz, ha incontrato martedì scorso diplomatici palestinesi a New York per discutere la bozza di risoluzione presentata dagli Stati Uniti al Consiglio di Sicurezza per autorizzare una forza di sicurezza internazionale nella Striscia di Gaza. Lo riporta il sito Axios, citando tre fonti a conoscenza dell'incontro. Una fonte sentita da Axios ha definito positivo l'incontro avuto da Waltz con i diplomatici palestinesi, che hanno chiesto chiarimenti su diversi aspetti della bozza di risoluzione che prevede il coinvolgimento dell'Autorità nazionale palestinese (Anp) solo dopo che questa abbia avviato riforme. La bozza è stata poi discussa ieri da Waltz con i 10 membri eletti del Consiglio di sicurezza, più Egitto, Qatar, Arabia Saudita, Turchia ed Emirati arabi.
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