Deluse le speranze di prolungamento di sette giorni dopo il rilascio di 105 ostaggi e 240 prigionieri palestinesi. Il ministero della Sanità di Hamas conferma oltre 100 morti dalla ripresa del conflitto. Iran accusa Israele e i delegati abbandonano la Cop28
L’esercito israeliano ha ripreso i combattimenti contro Hamas a Gaza mentre si incrociano le reciproche accuse sulla violazione della tregua. Secondo le forze di difesa israeliane Hamas ha violato la tregua e ha sparato verso il territorio israeliano, un altro elemento di frizione fra le due parti sarebbe stato il rifiuto di Hamas di rilasciare gli uomini in ostaggio sulla base degli stessi termini di donne e bambini. Il portavoce del governo israeliano, Eylon Levy, ha detto: «Ora Hamas prenderà la madre di tutti i colpi».
Hamas dal canto suo ha denunciato Israele per il blocco dei rifornimenti di combustibili al nord della Striscia di Gaza. Un’ora prima della fine della tregua, Israele ha dichiarato di aver intercettato un razzo lanciato da Gaza. Hamas non ha esplicitamente rivendicato l'azione. Ulteriori sirene di avvertimento di razzi hanno suonato nuovamente nelle aree israeliane vicino a Gaza pochi minuti prima della scadenza, ha detto l'esercito israeliano. Le forze di difesa israeliane hanno confermato gli attacchi aerei contro circa 200 obiettivi nella Strisce di Gaza dalla fine del cessate il fuoco.
Il ministero della Salute guidato da Hamas ha confermato 109 vittime e centinaia di feriti.
La situazione si aggrava anche per la questione ostaggi. Israele ha dichiarato che gli ostaggi ancora nelle mani di Hamas sono 137, di cui 126 israeliani e 11 stranieri.
Le reazioni
Non ci sono stati commenti immediati da parte di Hamas o rivendicazioni di responsabilità per i lanci. La reazione della comunità internazionale è stata immediata.
Il ministro degli Esteri del Qatar ha detto: «I continui bombardamenti sulla Striscia di Gaza nelle prime ore dopo la fine della pausa complicano gli sforzi di mediazione ed esacerbano la catastrofe umanitaria nella Striscia».
Il segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, ha subito espresso il suo rammarico per la ripresa del conflitto. «Il ritorno alle ostilità dimostra solo quanto sia importante avere un vero cessate il fuoco umanitario», ha scritto su X.
Anche l’Iran ha criticato la rottura della tregua. Il portavoce del ministro degli Esteri iraniano, Nasser Kanani, ha accusato Israele per l’inizio dei combattimenti dicendo: «Dopo aver ucciso più di 15.000 palestinesi, i criminali sionisti hanno iniziato una nuova ondata di omicidi con il continuo sostegno del governo americano».
Come protesta, i delegati iraniani a Dubai hanno lasciato la Cop28 criticando la presenza israeliana alla conferenza ritenendola «contraria agli obiettivi e alle linee guida della conferenza». L’appello è arrivato anche dall’organizzazione terroristica Hamas che ha chiesto agli Emirati Arabi Uniti di ritirare l’invito al presidente israeliano Isaac Herzog.
Anche il Re di Giordania si è espresso contro la ripresa del conflitto durante la Cop28. «Non possiamo parlare di cambiamento climatico isolandoci dalle tragedie umanitarie che si verificano intorno a noi», ha detto durante il suo intervento.
Intanto il presidente israeliano, Isaac Herzog, ha incontrato Re Carlo III e ha chiesto «di usare tutta la sua influenza diplomatica per portare avanti gli sforzi per riportare a casa le figlie e i figli rapiti». Il presidente ha incontrato anche l’emiro del Qatar Tamim bin Hamad Al Thani ma non sono stati rilasciati dettagli.
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