Torna la stagione del terrore in Turchia in vista delle prossime elezioni presidenziali e politiche di maggio o giugno 2023, e dello storico patto politico firmato da sei partiti d’opposizione, tra cui il partito repubblicano kemalista, per mettere fine, con un candidato unitario, a venti anni di dominio incontrastato del presidente Recep Tayyip Erdogan e del suo partito filo-islamico Akp, al potere ininterrottamente dal 2002.

Una forte esplosione si è verificata ieri nella zona pedonale e turistica di Istiklal, nel cuore di Istanbul, vicino a Piazza Taksim, nella parte europea della metropoli sul Bosforo, che conta complessivamente 18 milioni di abitanti dopo l’arrivo di migliaia di profughi siriani. Il governatore Ali Yerlikaya ha comunicato nel pomeriggio che le vittime accertate erano sei e i feriti 53. Nessuno gruppo terroristico ha finora rivendicato l’attentato, ma Istanbul e altre città turche sono state prese di mira nel recente passato da separatisti curdi, militanti islamisti dell’Isis e altri gruppi estremisti.

L’esplosione

Nelle immagini diffuse sui social media si vede l’istante dell’esplosione sulla via. Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, nel corso di una conferenza stampa tenuta all’aeroporto Ataturk prima di volare a Bali per il summit del G20, ha denunciato il «vile attacco» in una diretta televisiva. «C’è odore di terrorismo qui. C’è il sospetto che una donna abbia avuto un ruolo», ha dichiarato Erdogan. «La nostra nazione stia sicura che gli autori saranno puniti come meritano», ha aggiunto Erdogan. «I tentativi di intrappolare la Turchia e la nazione turca nel terrore non possono raggiungere il loro obiettivo oggi o domani, non più di quanto hanno fatto ieri», ha assicurato il presidente che ha scatenato i segugi del Mit, i servizi segreti turchi. Ma il presidente turco non ha voluto aggiungere ulteriori informazioni.

L’esplosione è avvenuta poco dopo le 16 (14 in Italia), ora in cui solitamente il passeggio domenicale in Istiklal Caddesi è particolarmente numeroso. È possibile che sia stata una borsa, riempita con dell’esplosivo, lasciata da un passante, che poi si è allontanato prima dell’esplosione.

La Turchia ha imposto a tutti i mezzi di comunicazione un divieto temporaneo, «per motivi di sicurezza», sulla trasmissione di informazioni riguardanti l’esplosione nel centro di Istanbul. La presidente del Consiglio italiano, Giorgia Meloni ha affermato su Twitter: “Sono terribili le immagini di Istanbul, voglio esprimere le nostre più sentite condoglianze alla Turchia per l’attentato subito e la morte di cittadini innocenti».

Striscia di sangue

La Turchia è stata colpita da una serie di attentati mortali tra il 2015 e il 2017 da parte del gruppo dello Stato islamico e ha messo fuori legge i gruppi curdi del Pkk, un conflitto che dal 1980 ha provocato circa 40mila vittime.

Un attentato suicida è avvenuto nella stessa strada il 19 marzo 2016, atto che ha ucciso cinque persone e ne ha ferite 36. La polizia turca in seguito aveva affermato che l’attentatore aveva legami con il gruppo dello Stato islamico. Risulta molto complesso al momento azzardare ipotesi sulla matrice dell’attentat di ieri.

La situazione politica

In un contesto di grave crisi economica e con l’inflazione all’85,51 per cento, i leader dell’Alleanza nazionale (l’unione dei sei partiti di opposizione) si riuniranno oggi per continuare a mettere a punto il processo pre elettorale e concludere i lavori per un ritorno al sistema parlamentare (rispetto al sistema presidenziale, oggi in vigore) se saliranno al potere nel voto previsto per il prossimo anno.

Ali Babacan, il presidente del Partito della democrazia e del progresso (Deva), un ex ministro delle Finanze e degli Esteri molto apprezzato dai mercati internazionali e un tempo sodale del partito Akp di Erdogan, ospiterà i leader nella sede del suo partito. I politici si riuniranno circa sei settimane dopo aver tenuto il loro ultimo incontro. L’obiettivo è un cambio di maggioranza e un ritorno a politiche economiche più stabili per gli investitori internazionali che sono fuggiti a gambe levate di fronte alla paradossale scelta di politica monetaria di Erdogan di ridurre i tassi per rispondere all’aumento dei prezzi al consumo. Inoltre, l’Alleanza delle opposizioni vuole abbandonare il presidenzialismo e tornare a un sistema parlamentare per evitare derive autoritarie nel paese della Mezzaluna sul Bosforo.

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