A due mesi dal suo insediamento alla presidenza dell’Argentina, l’ultraliberista Javier Gerardo Milei è in visita di stato in Europa per cercare sponde politiche amiche con la premier Giorgia Meloni e ricucire i rapporti con papa Francesco.

Partito lo scorso 6 febbraio da Buenos Aires, Milei ha raggiunto Tel Aviv come prima tappa del suo tour. Da venerdì invece è a Roma, dove dopo aver fatto il turista nel fine settimana e cambiato alloggio (l’ambasciata non era di suo gradimento), lunedì incontrerà il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e la premier Giorgia Meloni.

La delegazione che accompagna Milei è composta dalla ministra degli Esteri, Diana Mondino, dal ministro dell’Interno, Guillermo Francos, e alla ministra del Capitale umano, Sandra Pettovello. Oltre loro ci sono anche la segretaria generale della presidenza, la sorella del presidente Karina Milei, il segretario del Culto, Francisco Sànchez e l’ambasciatore argentino in Israele, il rabino Axel Wahnish. 

In Israele Milei ha ricevuto un’accoglienza molto più calorosa di altri leader politici. Nel momento in cui il governo israeliano di Benjamin Netanyahu è sotto pressione a livello internazionale per la sua operazione militare su Gaza, Milei ha annunciato non solo il riconoscimento di Gerusalemme come capitale dello stato di Israele, ma anche il trasferimento dell’ambasciata Argentina nella città santa.

La visita in Italia

C’è molta attesa per l’udienza privata tra Milei e papa Bergoglio in programma alle 9 di questa mattina in Vaticano. L’obiettivo è ricucire il rapporto dopo gli insulti che il presidente argentino ha pronunciato durante la campagna elettorale contro il pontefice, definito come un «imbecille» e un «gesuita che promuove il comunismo».

Milei spera di convincere Bergoglio a tornare in Argentina, una mossa per aumentare la sua popolarità pubblica dato che sono dieci anni che papa Francesco non ritorna nel suo paese.

Un primo passo in avanti è stato fatto durante la canonizzazione della beata argentina Maria Antonia de Paz y Figueroa, la prima monaca argentina a diventare santa. Tra i due, infatti, ci sono stati abbracci e sorrisi. Nel pomeriggio, invece, Milei è atteso al Quirinale dove incontrerà il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, mentre alle 16 terrà a Palazzo Chigi un bilaterale con la premier Giorgia Meloni. Tra i due c’è molta stima, è stata la stessa leader di Fratelli d’Italia ha definire Milei «una personalità affascinante» e ha congratularsi per prima dopo la sua vittoria elettorale. Meloni punta a creare un asse Roma-Buenos Aires per avere una sponda in più nei tavoli internazionali. Milei, invece, ha disperatamente bisogno di investimenti per non deludere il suo elettorato.

Nonostante le difficoltà interne ha intenzione di proseguire con il suo piano di “dollarizzazione” dell’economia e con la privatizzazione delle più importanti aziende statali. Per cercare di attrarre investimenti, a Roma, Milei è arrivato anche con una delegazione di 30 uomini di affari. Ma la sua presenza nella capitale non è gradita alle opposizioni.

I parlamentari dell’Alleanza Verdi Sinistra Italiana, Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni, hanno attaccato la premier e definito Milei come «l’esempio più lampante di una bruttissima destra, violenta e volgare nel linguaggio e nell’azione quotidiana, espressione di poteri economici e finanziari famelici e irrispettosi delle regole democratiche».

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