Gli ucraini continuano i loro contrattacchi a Bakhmut, la città da dieci mesi al centro dei combattimenti dove da alcuni giorni i difensori hanno ripreso l’iniziativa, conquistando diversi chilometri quadrati di terrano ai lati del centro abitato. Nel frattempo, prosegue la battaglia aerea nei cieli della capitale ucraina Kiev, con i russi che sarebbero riusciti a colpire uno dei sistemi missilistici che difendono la città. Nel frattempo, la diplomazia continua a muoversi: l’accordo per l’esportazione del grano ucraino è stato rinnovato per due mesi, mentre un inviato cinese ha concluso la sua visita di due giorni a Kiev.

Patriot vs Kinzhal

Gli Stati Uniti hanno ammesso che parte di una batteria di missili antiaerei Patriot, forniti all’Ucraina, è stata danneggiata da un missile russo nel corso dell’ultimo attacco aereo contro la capitale Kiev. Secondo gli ispettori americani che lo hanno esaminato, il sistema ha subito danni minori e non avrà bisogno di essere rimosso dal campo di battaglia per essere riparato.

Il Patriot e il Kinzhal, il missile russo che lo ha danneggiato, sono due delle armi più avanzate che si fronteggiano nei cieli della capitale ucraina. Il primo è un sistema antimissile composto di numerosi elementi e in grado di colpire bersagli a oltre 150 chilometri di distanza. Il secondo, è un missile balistico in grado di raggiungere velocità elevatissime.

Soltanto i Patriot sarebbero in grado di intercettare i Kinzahl e solo a particolari condizioni. Secondo quanto ammesso dagli stessi ucraini, l’unica intercettazione di successo si sarebbe verificata ai primi di maggio. Questa settimana, invece, le parti si sarebbero invertite e uno dei sistemi di fabbricazione americana sarebbe stato danneggiato, anche se non gravamente.

Nelle ultime settimane, l’aviazione russa è tornata a colpire regolarmente la capitale ucraina con missili e droni. Dopo una campagna di bombardamenti invernali contro le infrastrutture energetiche dell’Ucraina, ora i russi hanno spostato la loro attenzione contro i sistemi anti aerei ucraini, con l’obiettivo di esaurire le loro scorte di munizioni. Anche i russi però sarebbero a corto di missili e starebbero facendo affidamento sulla loro capacità di produzione, limita a 30-60 missili al mese, sostengono gli ucraini.

Accordo sul grano

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha annunciato ieri che l’accordo sul grano tra Ucraina e Russia, che consente l’esportazione di cereali dai porti ucraini da porti del Mar Nero è stato prorogato di altri due mesi. L’accordo era stato raggiunto lo scorso luglio, dopo che i porti ucraini erano stati bloccati per mesi, causando un’impennata nel prezzo dei cereali. L’Ucraina è uno dei principali esportatori di grano al mondo e un importante fornitore per i paesi del Nord Africa e dell’Asia. Il rinnovo dell’accordo è arrivato dopo settimane di tensioni che hanno portato circa 70 navi da trasporto a restare bloccate nelle acque territoriali turche. La flotta russa del Mar Nero ha subito diverse perdite nella guerra, ma rimane tutt’ora in grado di bloccare i porti ucraini e impedire l’accesso alle navi internazionali.

Riforme costituzionali

La riforma della Corte costituzionale ucraina a cui sta lavorando il parlamento di Kiev metterà il tribunale supremo del paese sotto diretto controllo del governo, ha avvertito Mykhailo Zhernakov, fondatore dell’Ong Dejure in un commento sul Kyiv Independent, il principale giornale ucraino in lingua inglese. Il parlamento aveva già approvato una riforma simile lo scorso dicembre, ricevendo critiche unanimi dai partner europei e dagli osservatori internazionali. L’attuale bozza avrebbe dovuto correggere gli errori nel processo di selezione dei giudici costituzionali, ma di fatto rischia di peggiorare ulteriormente la situazione, scrive Zhernakov. La riforma del sistema giudiziario ucraino è uno delle richieste più pressanti fatte dall’Unione europea per consentire al paese di avanzare nel suo percorso di integrazione, ma numerosi osservatori, tra cui la fondazione Dejure, hanno avvertito del rischio che queste riforme mettano la magistratura sotto diretto controllo dell’esecutivo.

Visite cinesi

Ieri si è conclusa la visita in Ucraina di Li Hui, inviato speciale cinese per le questioni eurasiatiche. Li ha trascorso due giorni a Kiev, incontrando il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba. La sua visita è arrivata in seguito alla telefonata del 26 aprile tra il presidente cinese Xi Jinping e il suo omologo ucraino Volodymyr Zelensky, la prima avvenuta tra i due leader dall’inizio della guerra. Secondo gli ucraini, nei colloqui tra Li e Kuleba si è parlato di cooperazione tra i due paesi e di come «fermare l’aggressione russa». Pechino per il momento non ha fornito una sua versione sull’incontro.

 

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