Il carisma, com’è noto, non è uno degli asset principali della personalità di Joe Biden, così come non lo è la prontezza di spirito, prono com’è, da sempre, a cadere vittima di numerose gaffe verbali. Così gli strateghi democratici hanno deciso di puntare su una parola che riassume tutta la confusa azione economica di questi primi due anni e mezzo di presidenza: Bidenomics. Un unico termine che dovrebbe racchiudere tutti gli investimenti pubblici realizzati in questo biennio.

Nelle intenzioni dei suoi propugnatori, la Bidenomics dovrebbe essere il rovescio della “Reaganomics”, la teoria economica concepita da Arthur Laffer, uno dei maggiori consulenti economici durante gli anni Ottanta del presidente Ronald Reagan. Se la Reaganomics favorisce la crescita tagliando le tasse ai redditi più alti, favorendo quindi la propensione agli investimenti, la Bidenomics intende rovesciare questo paradigma affermando che gli investimenti pubblici, in realtà, attirano gli investimenti economici.

Lo ha affermato chiaramente in un discorso che il presidente ha tenuto in un vecchio Ufficio Postale di Chicago lo scorso 28 giugno, simbolo di uno dei primi investimenti pubblici della storia americana. Adesso però il presidente, dopo che nel maggio 2021 un articolo del Wall Street Journal aveva usato il termine in modo neutro, indicandolo come una policy sostitutiva del vecchio neoliberismo, ha deciso di far campagna proprio su questo termine, lanciando un blitz di 72 ore dove lo stesso leader della Casa Bianca insieme ai membri dell’amministrazione faranno degli eventi in vari punti del paese per raccontare meglio questa storia di successo.

Povertà in calo

A sostegno della Bidenomics ci sono alcuni indicatori incontestabili. La povertà è calata su base annua, la disoccupazioni si attesta sul 3,4 per cento circa e la fiducia dei consumatori è in crescita. Infine, i nuovi posti di lavoro del mese di maggio sono 497mila contro i 220mila. Però gli americani, al momento, sembrano accorgersene poco. Secondo un recente sondaggio dell’Associated Press, soltanto il 25 per cento degli americani crede che l’economia sia in buono stato. Non solo: un dato strombazzato sull’account Twitter ufficiale del Partito Repubblicano registra un 74 per cento di americani che crede che il paese stia andando “nella direzione sbagliata”.

Un dato che non è necessariamente una critica diretta alle politiche del presidente, ma che si sposa bene con il fatto solo un terzo dei rispondenti al già citato sondaggio di Associated Press sostiene la politica economica del presidente. Anzi, Bidenomics è già da tempo usato come termine spregiativo: lo speaker della Camera Kevin McCarthy aveva affermato in vecchio discorso del 2021: «La Bidenomics vuol dire fiducia senza limiti a una spesa fuori controllo». A cui la senatrice Marsha Blackburn del Tennessee ha aggiunto la scorsa settimana su Twitter: «L’inflazione più alta degli ultimi quarant’anni insieme a due anni di paghe più basse con il 37,2 per cento di rialzi sul prezzo dell’energia. Ecco la Bidenomics in azione!».

Un messaggio controverso che paradossalmente però potrebbe convincere Wall Street: secondo un’analisi di Politico gli analisti di Goldman Sachs e JPMorgan Chase sono più ottimisti riguardo una possibile recessione, ritenendola meno probabile di qualche mese fa. Quindi la recessione potrebbe anche non arrivare mai.

Bisogna vedere se questa eventualità farà bene alle prospettive di Biden nel 2024: a beneficiarne potrebbe essere un partito repubblicano che, è bene ricordarlo, è molto più interventista in economia rispetto all’epoca reaganiana.
 

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