- Pechino suona l’allarme per i miliziani che, dall’Afghanistan, potrebbero unirsi alla campagna jihadista che ha preso di mira le infrastrutture del Corridoio economico Cina-Pakistan.
- Eppure la diplomazia cinese segue l’evolversi del caos a Kabul da una posizione vantaggiosa: quella di chi, non essendosi sporcato le mani nella “tomba degli imperi”, può stigmatizzare la débâcle statunitense a fini di propaganda interna, e invocare nei consessi internazionali i fondi per una stabilizzazione con protagonisti e obiettivi diversi dagli interventi Usa-Nato degli ultimi 20 anni.
- E così, il ministro degli Esteri Wang Yi ha ricordato al suo omologo Antony Blinken che «gli Stati Uniti devono lavorare con la comunità internazionale per fornire all’Afghanistan l’urgente aiuto economico, di sostentamento e umanitario che permetta al nuovo regime di mantenere il normale funzionamento delle istituzioni governative, la sicurezza e la stabilità».
La Cina contro le sanzioni. La scommessa di Xi Jinping nel caos dell’Afghanistan
31 agosto 2021 • 14:20