L'Unione Africa prenota 300 milioni di vaccini per il continente. Si tratta per ora del più grande accordo africano a cui ne seguiranno certamente altri. Secondo gli esperti locali per il controllo e la prevenzione delle pandemie, il presidente di turno dell'Unione africana (che è anche il presidente sudafricano) Cyril Ramaphosa dovrebbe annunciare la notizia nelle prossime ore. Questa accelerazione dei negoziati con le case farmaceutiche avviene dopo che nelle ultime settimane c’è stata una recrudescenza del coronavirus nel continente, iniziata con la cosiddetta variante sudafricana che pare essere molto contagiosa.
L'aumento dei casi di infezioni in Africa, a iniziare dal Sud Africa, mette il continente sulla scia degli altri, mentre fino a ora pareva abbastanza risparmiato. I 300 milioni di dosi si aggiungono a quelle che sta raccogliendo il Covax, il sistema messo a punto dall’Onu per garantire il vaccino anche alle aree più povere del pianeta. I vaccini aggiuntivi saranno disponibili entro la fine del primo trimestre del 2021. Dal canto suo il Covax punta su altri 600 milioni di dosi ma non è ancora chiaro quando saranno disponibili. Per questo Ramaphosa ha deciso di aggiungere un’iniziativa continentale a quella già prevista, in modo da accelerare nella risposta al virus.

I produttori

Chi fornirà i vaccini all’Africa? Per ora si sa soltanto che le trattative coinvolgono almeno 10 produttori e sviluppatori del siero. Pfizer si è impegnata per l’Africa con 50 milioni di dosi entro la fine del 2021; Moderna e AstraZeneca per ora non hanno stipulato nessun accordo anche se AstraZeneca ha concluso una partnership con il Serum Institute indiano per fabbricare vaccini per l’Africa ma in un secondo momento. Il continente si deve quindi rivolgere ai vaccini cinesi (Sinopharm) e russi (Sputnik V) che ancora non hanno ricevuto una garanzia di certificazione internazionale completa. Nondimeno Sputnik è già in distribuzione in alcuni paesi latinoamericani come l’Argentina, oltre che ovviamente in Russia. Dal canto suo il ministro degli Esteri cinese ha appena terminato un ennesimo tour africano, rilanciando le promesse di aiuto fatte dal presidente Xi Jinping. Fino a ora sono stati forniti al continente solo grandi quantitativi di presidi sanitari e kit di tamponi. Anche se un «ponte aereo della catena del freddo» è stato messo a punto tra Shenzhen e Addis Abeba, ancora non si sa quando inizieranno le campagne di vaccinazione vere e proprie. Fino a ora è noto che la Guinea sta testando lo Sputnik e ne ha ordinati 2 milioni di dosi; il Marocco ne ha richiesti 65 milioni a Sinopharm da cui anche l’Egitto progetta di comprarne 40 milioni (50.000 già ricevute in dicembre e altrettante in gennaio). Le autorità nigeriane hanno annunciato questa settimana che ne stanno discutendo con la controparte cinese.

Immunità di gregge

Per ottenere un’immunizzazione di gregge, l’Africa deve vaccinare circa il 60 per cento della sua popolazione che ora è di circa 1,3 miliardi di persone. Ciò significa trovare almeno 780 milioni di dosi entro quest’anno (per terminare la campagna entro la fine dell’anno successivo) anche se c’è chi sostiene che ne serviranno molte di più. L’impegno finanziario dovrebbe essere di 10-15 miliardi di dollari. La questione del tempo è cruciale perché – com’è già avvenuto per altre malattie – gli esperti sostengono che in Africa il rischio è che il virus diventi endemico in alcune zone, quindi più difficile da estirpare in un secondo momento.

Per ciò che concerne la nazione africana più colpita dal Covid, cioè il Sud Africa, il presidente ha dichiarato che il suo paese si è già assicurato 20 milioni di dosi di vaccino da somministrare nella prima metà dell'anno in corso. Per ora quello che si sa con certezza è che sono stati confermati solo 1,5 milioni destinati agli operatori sanitari. Le autorità hanno anche aumentato le restrizioni nel paese, includendo la chiusura di spiagge e parchi pubblici e il divieto di vendita di alcolici. Le frontiere terrestri rimarranno chiuse fino al 15 febbraio, salvo per chi viaggia per emergenze mediche. La recrudescenza dell'infezione in Sud Africa segna infatti un nuovo aumento: al 12 gennaio il paese ha avuto 1.246.643 casi e 33.579 decessi.

© Riproduzione riservata