La sentenza sugli affidi alle coppie gay

La Corte suprema americana difende all’unanimità la libertà religiosa

Copyright 2021 The Associated Press. All rights reserved
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In una importante decisione presa all’unanimità, i giudici hanno affermato il diritto di un’agenzia cattolica di Philadelphia che si occupa di affidi di minori a non prestare i suoi servizi alle coppie gay.  Nell’opinione di maggioranza John Roberts ha scritto: «L’agenzia cerca un accomodamento che le consentirebbe di continuare a lavorare con i bambini di Philadelphia in un modo coerente con il suo credo religioso; non cerca di imporre la sua fede ad altri».

  • La controversia era nata a seguito del ricorso presentato da un’agenzia cattolica, la Catholic social services (Css), che si occupa di accogliere bambini e orfani e di assegnarli a eventuali famiglie affidatarie.
  • Per i giudici della Corte suprema, all’unanimità (9-0), i diritti dell’agenzia cattolica sono stati violati e il diritto di libertà religiosa non è stato tutelato.
  • Dopo la pubblicazione della sentenza si sono levate grida di giubilo da una parte e di condanna dall’altra. È il classico posizionamento che richiede la polarizzazione permanente ormai egemone. Ma la decisione della Corte suprema, nonostante l’unanimità, è molto specifica e minimalista.

Come ci ha insegnato il giurista Robert Cover il diritto può essere un killer preciso. Nei conflitti fra diritti può accadere che alcuni restino in vita e che altri cadano. Il diritto non serve soltanto a risolvere controversie giuridiche, ma racconta e insegna. Così, negli ultimi anni, diverse controversie di alto profilo hanno visto confrontarsi la tutela dell’orientamento sessuale e la libertà religiosa. Proprio questo conflitto è al centro della decisione della Corte suprema degli Stati

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